Contro Berlusconi e il capitalismo

Costruiamo un nuovo partito di lotta

La terza vittoria elettorale di Berlusconi è stata il frutto amaro di venti mesi di governo Prodi. Venti mesi durante i quali i salari dei lavoratori sono scesi ai più bassi d'Europa e i prezzi sono saliti alle stelle. È stato un governo che ha regalato miliardi di euro alle grandi imprese pur conservando la precarietà e tagliando la sanità e la scuola.

A pagare pesantemente la sua partecipazione a questo governo anti-lavoratori è stata la Sinistra arcobaleno, perdendo quasi 3 milioni di voti e tutti i suoi parlamentari e senatori. I lavoratori e i giovani si trovano senza rappresentanza politica proprio nel momento in cui una crisi economica grave si sta svolgendo e la classe dirigente sta per sferrare attacchi sempre più duri sulle spalle della gente comune.

In questo contesto, bisogna costruire un nuovo partito anti-capitalista dei lavoratori e dei giovani, in grado di contrastare gli attacchi di Berlusconi e del padronato e di lottare per gli interessi della classe lavoratrice e dei giovani. Un partito di lotta che respinga la partecipazione ai governi capitalisti e che prospetti un cambiamento radicale di questo sistema disuguale e ingiusto.

Governo di crisi

Nonostante la sua netta maggioranza, il governo Berlusconi sarà un governo di crisi. Farà fatica a durare cinque anni come ha fatto l’ultima volta. La bufera economica e le lotte industriali e sociali che questa certamente innescherà, rafforzeranno tutte le differenze fra il Pdl e la Lega e potrebbero anche provocare una futura scissione.

La crisi economica in Italia è tremenda. Quest'anno il Fondo monetario internazionale prevede una crescita dello 0.3%, la più bassa d'Europa. La produttività è al di sotto di quella del Messico! E tutto questo prima che gli effetti di una recessione statunitense colpiscano l'Europa. Anche Berlusconi ha dovuto riconoscere la gravità dei problemi economici, dichiarando che la crisi economica ‘imporrà sacrifici’ e che il governo sarà costretto a fare ‘cose impopolari’. Sicuramente, lui farà di tutto per lasciare indenne il padronato e per imporre i sacrifici sui lavoratori.

Il governo Berlusconi sarà incapace di risolvere i problemi dei lavoratori e dei giovani. Il capitalismo, imperniato sulla concorrenza e sui profitti, è un sistema in una profonda crisi. Nel cacciare i profitti, il padronato e i suoi rappresentanti politici cercano sempre di fare pagare la classe lavoratrice.

Berlusconi vuole privatizzare e tagliare con l'accetta i servizi pubblici. Vuole detassare gli straordinari per allungare l'orario di lavoro e distruggere i contratti nazionali che forniscono qualche protezione ai salari e alle condizioni di lavoro.

Un’altro sistema è possibile

Per garantire i salari e le pensioni decenti, un lavoro indeterminato a tutti, una scuola e un sistema sanitario ben finanziati nonché la realizzazione di una vita sicura, occorre una rottura col capitalismo e una trasformazione radicale del sistema economico e sociale.

Bisogna nazionalizzare, per esempio, le imprese fallite come l’Alitalia, sotto il controllo democratico dei lavoratori. Ciò non basta, però. Solo la proprietà pubblica e la pianificazione democratica dell'economia intera libererebbe le risorse per rispondere ai bisogni della maggioranza della popolazione invece di favorire una minoranza privilegiata come succede attualmente.

La Lega

Inizialmente, la vittoria di Berlusconi potrebbe rafforzare il pessimismo e la sfiducia che esiste grazie a una leadership sindacale e politica che non lotta più per gli interessi della classe lavoratrice. Anche la Lega Nord, che ha visto raddoppiare il suo voto, ha sfruttato la rabbia dei lavoratori e la mancanza di un partito di lotta di sinistra,

Bossi ha dichiarato che la Lega è il ‘nuovo partito dei lavoratori’. In realtà, la sua politica di fare degli immigrati il capro espiatorio non risolverà niente. Anzi, seminerà divisioni fra i lavoratori, scalzando la loro capacità di lottare contro i salari bassi, la precarietà e soprattutto il sistema capitalista: il vero responsabile dei problemi che ci affrontano.

Solo un partito anti-capitalista, radicato nei posti di lavoro, nei territori e fra i giovani e che lotti per l'unità della classe lavoratrice contro gli attacchi che preparano il governo e il padronato potrebbe frenare la crescita micidiale della Lega e la destra.

La lotta

La situazione potrebbe cambiare in fretta. Qualche portavoce della classe dirigente teme, giustamente, che con la mancanza di rappresentanza politica della sinistra, l'opposizione scoppi nelle piazze come è successo durante i precedenti governi Berlusconi.

In Francia, Sarkozy si è presentato alle elezioni presidenziali come un leader fermo in grado di ‘salvare’ il Paese. Pochi mesi dopo la sua vittoria schiacciante la Francia è stata scossa da proteste e scioperi!

Se i dirigenti dei sindacati confederali continueranno con la ‘concertazione’, frenando le lotte dei lavoratori, potrebbero innescare lotte esplosive dalla base nei posti di lavoro. Il mandare più truppe in Afghanistan, per esempio, o inviare le truppe esistenti a partecipare alle battaglie cruenti nel sud potrebbe anche provocare movimenti sociali a livello nazionale.

Un nuovo partito anticapitalista

Un nuovo partito potrebbe unire e rafforzare tutte le lotte contro la politica di Berlusconi, presentando una vera alternativa politica al sistema capitalista. Non dovremmo aspettare però che queste lotte si innescino Bisogna iniziare adesso una campagna per la costruzione di un nuovo partito anti-capitalista dei lavoratori e dei giovani.

Molti si sono astenuti durante le elezioni. Il calo nella affluenza di più del 3% è stato il più grande dalla seconda guerra mondiale. L’astensione è stata più marcata nelle regioni storicamente ‘rosse’ come la Liguria e l’Emilia-Romagna, dimostrando l'alto livello di malcontento e disillusione dei lavoratori che si sentono traditi dalla sinistra. Altri hanno votato Pd turandosi il naso - il cosiddetto ‘voto utile’ - nella speranza di scongiurare un Berlusconi tris.

Fra questi lavoratori, nei posti di lavoro, nei movimenti sociali, fra i giovani e fra gli attivisti ci sono migliaia che sarebbero disposti a partecipare alla lotta per un nuovo partito, ampio e combattente, capace di lottare per gli interessi della classe lavoratrice.

Ci rivolgiamo a tutti quanti che vogliano lottare contro Berlusconi - unisciti a ‘Lotta’. Partecipa con noi ai movimenti contro gli attachi che il governo e il padronato stanno preparando, al processo per la costruzione di un partito anti-capitalista di massa e alla lotta per una trasformazione rivoluzionaria della società.

Aprile 2008

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