Giù le mani dalla legge 194 sull'aborto!

Per un vero diritto di scelta delle donne

Quest’anno più che mai le elezioni avranno un retro-gusto di attacco alla legge 194. La 194 è la legge che permette l’interruzione volontaria di gravidanza entro le prime 12 settimane. Dopo quella scadenza, può essere concesso l’aborto volontario in casi di rischio per la salute della donna o del feto. In questi casi la legge non prevede nessuna limitazione di tempo ma proibisce l’aborto nel caso in cui il feto può sopravvivere in modo indipendente. Spetta quindi al corpo medico decidere su questa probabile sopravvivenza. Ma 30 anni dopo la sua introduzione, questa legge progressista è ancora una volta minacciata, sia della creazione dalla lista elettorale ‘pro-life’ di Ferrara, sia dalle recenti dichiarazioni di Berlusconi a favore di una moratoria delle Nazione Unite sull’aborto.

L'aborto sotto attacco

Dal 1982 il tasso di aborto in Italia è calato del 45% ma la legge 194 è sotto costante attacco dalla destra e dalla Chiesa che vogliono un divieto completo dell’aborto. Il Papa ed i suoi rappresentanti parlano costantemente "del diritto alla vita" e la Chiesa interferisce sempre più sulle questioni politiche e sociali del Paese. Ora con una campagna elettorale in corso, il clima reazionario sta peggiorando. Il 12 febbraio scorso, la polizia armata ha fatto irruzione in una clinica campana dopo una chiamata anonima che affermava che un aborto illegale era in corso. La polizia ha interrogato una donna 39enne che aveva appena abortito e ha sequestrato il feto abortito come prova!

Questo drammatico evento ha provocato una risposta immediata di più di 10.000 donne e uomini che sono scesi in piazza in difesa del diritto all’aborto! La maggior parte degli italiani è a favore del mantenimento della legge 194. Secondo un'indagine del “Corriere della Sera” (06/02/08) il 73% della popolazione è contro il divieto d’aborto. Anche fra i più religiosi degli italiani - coloro che dichiarano di andare a messa una volta alla settimana - la maggioranza (53%) afferma che non sarebbe giusto vietare l'aborto. Altre manifestazioni sono previste in occasione della giornata internazionale delle donne, l’8 marzo, e se la destra vincerà le elezioni ad aprile, sono prevedibili proteste ancora più grandi.

Ulteriori attacchi possibili

L'aborto si sta trasformando velocemente in una questione elettorale. Se Berlusconi vincerà, potremmo vedere ulteriori attacchi al diritto di scelta delle donne. Il precedente governo Berlusconi ha introdotto la legge 40 nel 2004 che riduce l'accesso ai trattamenti di fertilità. Questa legge mira a proteggere i diritti del feto in tutti i sensi. È permesso soltanto un massimo di tre embrioni e tutti e tre devono essere impiantati. Fino al mese di febbraio, in cui è stato adottato un nuovo regolamento, la diagnosi di pre-impianto per gli embrioni è stata vietata.

Il risultato di questa legge è stato un aumento delle gravidanze multiple che possono mettere seriamente a rischio la salute della madre e lo sviluppo della gravidanza. Inoltre, questa legge ha comportato un aumento degli aborti per causa d'anomalia fetale!

Naturalmente, le coppie ricche possono pagarsi l’intervento all'estero. Quattro coppie italiane al giorno, per esempio, si recano a Barcellona per il loro trattamento di fertilità e il “turismo di fertilità” sta assumendo un aspetto sempre più commerciale.

Un esempio del potere della Chiesa sulle questioni sociali è la sorte della pillola abortiva RU-486. Questa pillola è un metodo di aborto non-chirurgico sicuro e semplice nelle fasi iniziali della gravidanza che esiste sul mercato da oltre 10 anni. Il governo di centrosinistra aveva promesso prima della sua caduta di introdurre la pillola RU-486 in Italia entro breve. Ma una vittoria del centrodestra alle elezione potrebbe minacciare questo progresso per le donne.

Il diritto all’aborto, inoltre, è minacciato dal fatto che il 70% dei medici rifiuta di praticare le interruzioni di gravidanza, dichiarandosi obiettori di coscienza. Senza parlare del patto firmato da docenti e medici per la rianimazione dei feti in caso di aborto terapeutico e senza chiedere il parere dei genitori!

Il diritto di scelta

Il diritto di scegliere quando e se avere bambini è inoltre insidiato dagli attacchi economici. In Italia gli stipendi sono fra i più bassi d’Europa. Ci sono 5 milioni di lavoratori precari. Ci sono casi di donne spinte dai datori di lavoro a subire un aborto. Un esempio è la storia di Franca (La Repubblica 26.04.07), ragioniere in un piccolo commercio alimentare in provincia di Napoli. La prima volta che rimase incinta, all'età di 25 anni, aveva un contratto determinato ed il suo compagno era disoccupato. Ha dovuto scegliere fra il suo lavoro e un figlio e quindi a dovuto scegliere l’aborto. Cinque anni dopo è nuovamente incinta, questa volta è in possesso di un contratto indeterminato ma con una clausola (che Franca fu costretta a firmare) che permette il licenziamento in caso di gravidanza! Ciò non è una pratica rara.

Oltre alla situazione del mercato del lavoro, c’è un’evidente carenza di aiuto alla piccola infanzia come gli asili nido e una situazione difficile in materia di alloggio. Come conseguenza di tutto questo, il tasso di natalità italiano è uno dei più bassi al mondo. Su uno striscione di una manifestazione per il diritto all’aborto nel 2006 si leggeva: “La precarietà è il contraccettivo del futuro!”

Contraccezione ed educazione sessuale

Contraccettivi e pillole del giorno dopo sono disponibili ma l’accesso ai consultori familiari è molto difficile o limitato. Soltanto un terzo dei centri di pianificazione famigliare previsti dalla legge esistono realmente. Questi sono raramente aperti o mancano di personale. Ci sono quindi liste d’attesa che rendono i centri completamente inutili per ottenere la pillola del giorno dopo. Il tempo medio di attesa per una visita ginecologica è di 20 giorni! A Bologna e Palermo è di più di due mesi. Il sottofinanziamento di queste strutture significa non c’é nessuno per rispondere al telefono e che spesso il personale non è formato adeguatamente. Molte gravidanze non pianificate sono fra gli adolescenti e più della metà degli utenti (55%) della pillola del giorno dopo hanno meno di 20 anni. In più, nel 2005, ci sono stati più di 4.000 aborti effettuati su donne molto giovani. C'è inoltre un preoccupante aumento delle malattie sessualmente trasmissibili. L'educazione sessuale nelle scuole non esiste con conseguente mancanza di consapevolezza dell'esigenza di fare del sesso sicuro. Una ragazza ha scritto nella tribuna del programma Loveline di MTV: "non uso nulla.... Non penso alle malattie, io credo che nessuno sia così cattivo dal non dire avere qualcosa... ".

La necessità di una società socialista

Questa situazione mostra chiaramente come il diritto di scegliere non possa essere ridotto al solo accesso alla contraccezione ed all'aborto. Una domanda importante è come poter combinare il lavoro e i figli. Il livello degli stipendi, il tipo di contratto, il livello di sicurezza e condizioni di lavoro (orari di lavoro, indennità di maternità, permesso di paternità, ecc..) sono inoltre molto importanti. Asili nido gratuiti, di buona qualità capaci di accogliere ogni bambino con orari flessibili di apertura faciliterebbero la combinazione lavoro/bambini. I problemi del lavoro, l’aumento dei prezzi,i tagli ai servizi pubblici dimostrano che la lotta per i diritti delle donne sono strettamente legati alle lotte di tutti i lavoratori sulle tematiche sociali, industriali ed ambientali nonché contro un sistema basato sulla competizione, il profitto e la proprietà privata.

Il nostro obiettivo è diverso, una società socialista senza gerarchia nella famiglia e nella società e libera dall’interferenza della Chiesa su tematiche sociali o politiche. Una società dove il lavoro non retribuito che le donne fanno in casa è organizzato collettivamente attraverso i servizi pubblici. Una società senza nessuna base per il sessismo, senz’industria e commercio sessuale e senza violenza contro le donne. Una società dove le donne hanno realmente il diritto di scegliere.

Per cosa lottiamo:

  • Difesa della legge 194.
  • Disponibilità immediata della pillola abortiva in tutta Italia.
  • Accesso veloce alla pillola del giorno dopo. Contraccezione gratuita.
  • Estensione dei consultori familiari.
  • Stanziamento di più risorse per la sanità e i servizi pubblici - asili nido di buon qualità con orario flessibile, la costruzione di edilizia popolare. No alla privatizzazione.
  • Abolizione della legge 40. Diritto di accesso gratuito alla fecondazione assistita per tutto coloro che ne hanno bisogno.
  • Educazione sessuale fin dalle elementari.
  • No alla ingerenza della Chiesa, per la laicità dello Stato.
  • Abolizione della legge 30. Lavoro a tempo indeterminato per tutti con salario minimo di 1200 euro mensile. Rafforzamento della tutela della maternità. Congedio parentale ben retribuito.
  • Per una società socialista e un'economia che vada incontro alle necessità di tutti e che salvaguardi l'ambiente.

11 Marzo 2008

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