Nuove elezioni e la necessità di un’alternativa anti-capitalista
Dopo la caduta del centrosinistra, dopo solo 20 mesi di governo, andiamo alle urne i prossimi 13 e 14 aprile. Una vittoria della destra e il ritorno di Berlusconi sembra il risultato più probabile.
Lotta
Dall’inizio del governo di centrosinistra, la domanda è sempre stata più “quando” piuttosto che “se” il governo Prodi cadrà. La debolezza di questo governo era in parte dovuta ai cambiamenti della legge elettorale fatti dal precedente governo Berlusconi (sperando di usufruirne) che ha dato come risultato una maggioranza molto ristretta in Parlamento. Ma era soprattutto dovuto al fatto che la gente non era invogliata a votare per l’Unione perché non rappresentava una vera alternativa alla politica neoliberale di Berlusconi. È stato sopratutto un voto per il ‘meno peggiore’.
La disillusione
Prodi alla fine ha deluso virtualmente tutti. Con le due ultime Finanziarie, il professore ha regalato miliardi ai padroni tagliando le loro tasse mentre invece i lavoratori non hanno visto nessun miglioramento o quasi nelle buste paghe dopo che le avevano già viste diminuire del 10% in questi ultimi 5 anni. Gli stipendi dei lavoratori italiani sono fra i più bassi d’Europa, 20% più bassi di quelli britannici e 25% più bassi di quelli francesi. Con i prezzi degli alimenti di base alle stelle, due famiglie su tre non arrivano a fine mese.
Il protocollo sulle pensioni e welfare ha rialzato l’età pensionabile mentre 5 milioni di lavoratori, sopratutto giovani rimangono in situazione di precarietà. Il 77% dei giovani fra i 20 e 30 anni vivono ancora in casa dei genitori per causa della disoccupazione, stipendi troppo bassi, contratti a termine, affitti inabbordabili… 6 milioni di lavoratori sono costretti a mantenere due lavori per sopravvivere.
Nello stesso tempo, Prodi ha aumentato le spese militari con il mantenimento delle truppe in Afghanistan, Libano ed altrove e ha rinnovato il sostegno all’imperialismo USA offrendogli la possibilità di raddoppiare la base di Vicenza anche se la maggioranza dei cittadini vicentini ed italiani si era chiaramente ed attivamente opposto alla sua costruzione.
Perdendo la sua base sociale, il governo Prodi ha ricorso ad una politica sempre più di destra e sempre più autoritaria colpendo soprattutto i più vulnerabili come i giovani e gli immigrati. La disillusione oggi è molto presente fra tanti lavoratori e giovani. “Abbiamo votato per il centrodestra e siamo stati attaccati; abbiamo votato per il centrosinistra e siamo stati attaccati….e adesso come facciamo ad uscire da questo palude?” Questo è il pensiero che regna fra tanti lavoratori.
L’offensiva padronale
Ma non sono solo i lavoratori ad essere malcontenti. La Confindustria inizialmente aveva sostenuto Prodi contro Berlusconi perché sperava che sarebbe stato un miglior alleato per difendere i propri interessi economici. Ma ad ogni attacco lanciato contro la classe lavoratrice i padroni speravano di più: più riduzione di tasse per loro, più tagli alla spesa pubblica e più sacrifici per i lavoratori. Nonostante la frustrazione nei confonti dell’Unione, comunque, il padronato non voleva elezioni. Non si fidava e non si sfida di Berlusconi che è ben più preoccupato a difendere i suoi propri interessi che quelli della classe capitalista in generale e teme che l’elezione di un nuovo governo Berlusconi innescherebbe lotte massicce al livello industriale e sociale e incrementerebbe l’instabilità.
I capitalisti preferirebbero un governo tecnico con scopo unico - il cambiamento della legge elettorale. Sperano che una nuova legge favorisca la formazione di due grandi e solidi blocchi capitalisti che possano alternarsi o condividere il potere mettendo fine alle coalizioni multipartitiche instabili.
L’economia italiana è molto debole e sarà particolarmente vulnerabile davanti alle perturbazioni statunitensi e mondiali. I capitalisti si preparano quindi politicamente ed economicamente alla recessione. Tutte le organizzazioni padronali hanno firmato un manifesto per una diminuzione delle loro tasse, un taglio drastico della spesa pubblica e l’aumento della ‘produttività’ dei lavoratori.
E’ chiaro che qualsiasi governo sussegua Prodi, sarà sottoposto ad una pressione crescente per lanciare un’offensiva più forte contro la classe lavoratrice.
Una crisi profonda
Secondo uno studio fatto in 60 Paesi, gli europei sono i più pessimisti sul futuro e gli italiani sono i più pessimisti fra tutti. Due italiani su tre temono per l’ avvenire del Paese e 40% per la propria situazione. Visto la situazione politica ed economica dell’Italia non c’è proprio da meravigliarsi di queste cifre. Bankitalia ha divulgato la notizia che il 10% della popolazione italiana possiede il 45% della ricchezza, uno dei peggiori livelli di disuguaglianza in Europa.
Allo stesso tempo la classe politica sembra essere sempre più veniale e corrotta. Niente sembra essere cambiato dal tempo degli scandali di “tangentopoli”. Addirittura tanti pensano che la corruzione è più forte oggi che allora. L’immondizia che invade le strade campane è un simbolo potente della crisi profonda del sistema capitalista italiano.
Non è sorprendente che il 30% della popolazione non sappia per chi votare. Nelle elezioni vedremo sicuramente una crescita delle astensioni e delle schede bianche. E senza una reale alternativa è più probabile che la destra vinca.
Ma anche se è molto probabile, una vittoria della destra non è scontata. Veltroni ha annunciato che il Pd correrà da solo lasciandosi alle spalle gli altri partiti di sinistra, compreso Rifondazione comunista. Visto i sondaggi può sembrare un suicidio politico ma il sindaco di Roma è un politico astuto. Scommette che se si presenta al posto di Prodi, senza gli altri partiti dell’Unione, possa dare l’immagine del Pd come una cosa nuova in rottura col governo precedente e così incrementare i voti e sfidare Berlusconi.
Montezemolo ha già lodato il programma del Pd, auspicando la sua vittoria. Tuttavia, anche se nei sondaggi il fattore Veltroni registra un più del 10%, probabilmente non sarà sufficiente a sconfiggere la destra.
La Sinistra arcobaleno.
Rifondazione comunista si è allineato con la Confindustria sulla necessità di un governo tecnico. Cioè è la logica continuazione della decisione di partecipare al governo Prodi, firmando ogni legge imperialista ed antisociale, dicendo che era l’unico modo per impedire il ritorno del Cavaliere e delle sue legge ancora più imperialiste e antisociali! Di conseguenza, il Prc ha quasi rotto tutti i legami che aveva con le frangi più radicali della classe lavorativa e della gioventù. Il numero dei tesserati è in caduta libera e alcuni sondaggi anticipano come risultato elettorale un 3%, ben al di sotto dei 8% ottenuto al suo massimo storico, quando era ancora considerato un partito di lotta di classe.
L’opposizione del Prc a nuove elezioni nasce soprattutto dalla paura di sparire elettoralmente. La caduta del governo e la decisione del Pd di correre in solitario rinforza il disperato tentativo di unirsi ai Verdi, Comunisti Italiani (Pdci) e Sinistra democratica (Sd) nella Sinistra arcobaleno. È possibile che questo processo vada ben al di là di una semplice alleanza elettorale, sfociando nello scioglimento effettivo di Rifondazione comunista all'interno del nuovo soggetto
Adesso, obbligatoriamente, la Sinistra arcobaleno si presenterà da sola nelle elezioni, senza programma politico e senza strutture democratiche. Non ha nessuna intenzione di svilupparsi come un nuovo partito di lotta di massa. È nato dal solo opportunismo elettorale e nella speranza di ottenere sufficienti voti per presentarsi al Pd come un potenziale partner per una futura coalizione.
Mentre è possibile che la sinistra diventi più radicale nelle parole (ha detto, per esempio, che voterà contro il rifinanziamento della missione in Afghanistan adesso che il governo è caduto!), è tanto più sicuro che la Prc/Sinistra arcobaleno continuerà la propria svolta a destra e farà tutto il possibile per apparire moderata e responsabile nella speranza che il Pd la tenga a bordo ancora una volta .
Attualmente i sondaggi danno un sostegno alla Sinistra arcobaleno del solo 7%. Benché sia possibile che prenda alcuni voti in più grazie al fatto che sembra una cosa “nuova”, le loro prospettive non sono buone. Come ha scritto “Il Manifesto” “Ci sono più posizioni nella Sinistra arcobaleno che i quattro componenti”.
Un nuovo partito dei lavoratori
Nel frattempo la crisi all'interno del Prc va intensificandosi. Il congresso del partito, che era previsto a marzo, è stato posposto a fine anno, addirittura prima della caduta del governo. Con il partito nel tormento è corretto che le forze di sinistra all'interno del Prc continuino a combattere la leadership con un programma di opposizione alla dissoluzione del partito nella Sinistra arcobaleno ed alla partecipazione ai governi capitalisti.
Mentre é virtualmente impossibile che il Prc nella sua forma attuale possa trasformarsi in un partito anti-capitalista di massa, una lotta d’opposizione unita potrebbe saldare insieme le forze in grado di svolgere un ruolo nella costruzione di un nuovo partito dei lavoratori.
Ma questo può essere realizzato soltanto rivolgendosi verso i lavoratori ed i giovani che entrano nelle lotte industriali e sociali. Abbiamo già visto diverse battaglie importanti come quella di Fincantieri contro la privatizzazione e quella dei metalmeccanici contro il protocollo su pensioni e Welfare e contro il loro contratto nazionale. Lotte della comunità, fra cui alcune certamente dure, si sono svolte soprattutto su tematiche ambientaliste.
Ma purtroppo, visto la mancanza di una direzione sindacale e politica combattiva, la maggior parte di queste lotte sono rimaste frammentate e localizzate. Il malcontento e la rabbia crescono ma senza fiducia che le lotte riescono. Pure la Fiom, a lungo considerata come il pezzo più militante e combattivo della classe operaia, dopo una serie di scioperi ha firmato un brutto accordo che, fra le altre cose, prolunga la lunghezza del loro contratto e lega l’aumento dello stipendio all’aumento degli straordinari.
Ciò sarà visto dai padroni come un segno di debolezza e ne approfitteranno per collegare gli aumenti di stipendio alla produttività anche negli altri settori allo scopo di eliminare i negoziazioni nazionali dei contratti. Sviluppare un'opposizione unita alle direzione dei tre principali sindacati confederali e collegata agli attivisti dei sindacati di base ha una importanza cruciale.
Non sarà cosa facile. Il processo per la costruzione di un partito di massa dei giovani e dei lavoratori può essere anche complicato. La degenerazione del Prc ha avuto un effetto negativo sulla coscienza di molti appartenenti alle frange più radicali. Una vittoria di Berlusconi e della destra alle elezioni potrebbe inizialmente rinforzare il pessimismo e la mancanza di fiducia che esiste fra molti operai. Ciononostante, questo potrebbe trasformarsi velocemente in lotte esplosive che potrebbero diventare generalizzate quando gli attacchi sui diritti e condizioni di lavoro, stipendi e servizi pubblici si intensificheranno.
Queste lotte potrebbero assumere una valenza tanto sociale quanto industriale: per esempio, potenziali movimenti di lotte contro le attacchi sulla legge 194. La sfida sarà di dare una forma organizzata alle lotte che inevitabilmente scoppieranno e dirigerle verso la costruzione di un nuovo partito di massa dei lavoratori e della gioventù con un programma rivoluzionario capace di realizzare cambiamenti socialisti.