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ottobre 2006

Cina:

La rabbia esplode in una fabbrica "happy meal" cinese

La citta di Dongguan nel sud della Cina è stata teatro ancora una volta di una protesta esplosiva contro la lunghezza dell’orario di lavoro, i bassi salari e le condizioni schiavistiche di lavoro.

Vincent Kolo, www.chinaworker.info

Più di 1000 lavoratori hanno organizzato una dura protesta tra il 22 e il 23 luglio nella fabbrica di Hengli, di proprietà della Merton Company che ha i suoi uffici a Hong Kong. Questa azienda è una grande fornitrice di giocattoli di plastica per multinazionali americane e canadesi come la McDonald's, la Disney, la Mattel e Hasbro. La protesta contro i bassi salari, la mancanza completa di ferie, e le misere condizioni di vita è iniziata nei dormitori dove vivono ammassati gli operai, la notte di sabato 22 luglio. Essa si è poi trasformata in una "rivolta operaia autorganizzata" che si è prolungata la domenica. Ne è seguita una battaglia campale con le guardie dell’azienda e più tardi con un centinaio di birri della polizia locale e delle squadre antisommossa. Decine di operai sono stati arrestati e molti altri feriti. Secondo il resoconto di un testimone uno scontro violento tra le guardie e gli operai è fuoriuscito dai dormitori nella notte del 22 luglio. Gli operai hanno fatto uso di idranti per respingere le guardie, delle auto sono state rovesciate e I computer spaccati, prima che la polizia riprendesse il controllo della fabbrica completamente.

Condizioni Inumane

Gli operai della fabbriche della Merton in Cina spesso lavorano 11 ore al giorno per 6 giorni alla settimana, raggiungendo anche fino a 70 ore di straordinari mensili. In violazione della legislazione cinese che limita a 36 ore gli straordinari mensili gli operai di questa fabbrica ricevono circa 71 dollari al mese, ovvero il salario minimo pagato nel Dongguan, ma ne devono versare un quarto all’azienda per pagarsi i pasti e il giaciglio del dormitorio. L’azienda deduce parte del salario se i lavoratori rifiutano di fare straordinari e non paga ai lavoratori neppure le festività, i giorni di vacanza o di malattia. Gli straordinari non sono pagati una volta e mezzo la paga oraria normale come prescrive la stessa legislazione cinese.

L’esplosione di una serie di agitazioni della fabbrica di Hengli, la quale impiega circa 10.000 operai, ha provocato reazioni imbarazzate da parte della McDonald che cerca di evitare in ogni modo cattiva pubblicità per le inumane condizioni in cui vengono sottoposti gli operai, condizioni del resto comuni un po’ in tutta la Cina. Secondo gli operai della fabbrica, infatti circa la metà della produzione va alla McDonald's. Questi giocattolini collezionabili, che si possono trovare negli "Happy Meal" menu vengono usati dalla multinazionale del cibo precotto per allettare i bambini a una esistenza fatta di cattive abitudini alimentari.  

"Abbiamo bisogno di conoscere meglio i fatti" è stata la prima dichiarazione di Lisa Howard, direttore delle relazioni pubbliche della McDonald, la quale ha confermato che l’azienda acquista giocattoli nella fabbrica di Hengli. "Esigiamo un inchiesta approfondita" ha dichiarato la Howard al New York Times.

La Merton, e la sua cliente l’americana Creata Promotions, hanno lanciato una loro campagna nel tentativo di limitare le ricadute politiche negative per quanto avvenuto hanno negato che la rivolta fosse da collegare alle misere condizioni che vivono I lavoratori. Michael Lillioja, il Direttore esecutivo della Creata, ha utilizzato un colorito linguaggio shwartzenegerriano per spiegare che la protesta di Hengli è esplosa a causa "del cattivo umore dei dipendenti, del tutto passeggero".

Chiaramente comunque l’azienda ha più che un "dipendente di cattivo umore" da affrontare.

Infatti la Merton Company non è la prima volta che sorvola con le sue pratiche infami. In un rapporto del China Labor Watch veniva segnalato come "gli operai lavorano 12,5 ore al giorno di media, passano all’interno della fabbrica 16,5 ore della loro giornata e devono lavorare l’intera notte quando le spedizioni incombono." A Donguan, un centro industriale cinese di 2 milioni di abitanti che si trova sul delta del fiume "Perla" ovvero uno dei fulcri dell’esportazione cinese le manifestazioni, le proteste e gli scioperi operai si susseguono frequentemente. Proteste di questo tipo sono state innumerevoli: la forza lavoro in primo luogo di recente immigrazione ha iniziato a flettere i muscoli, imparare a battersi per i propri diritti e contrastare lo sfruttamento selvaggio. Scontri di questo genere avvennero nella fabbriche di Dongguan di proprietà della azienda calzaturiera "Stella" alla metà del 2004. In quel caso alcuni lavoratori – alcuni dei quali solo sedicenni – furono condannati a 3 anni e mezzo di prigione. Una campagna internazionale di solidarietà condusse poi alla liberazione di tutti e 10 gli operai condannati. Azioni simili devono organizzate a sostegno dei lavoratori della Merton. Un film girato dalla polizia potrebbe condurre alla identificazione dei presunti "capi" che potrebbe condurre a pesanti condanne come deterrente di altre possibili future lotte. Questi lavoratori devono essere difesi dai rivoluzionari e dagli altri lavoratori di tutto il mondo. Qualcuno potrebbe dolersi dei danni alla proprietà senza comunque tenere conto che i lavoratori si trovano in una condizione in cui gli viene impedito sistematicamente di formare liberi sindacati e strumenti legali per difendere i loro interessi. La responsabilità di ogni violenza è quindi della Merton Company e dei suoi partners internazionali, conniventi nel tenere i lavoratori in tali condizioni inumane.

 

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