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12 luglio 2004

Irak

Nuovo governo Irakeno

La sovranità "fantoccio"

Lotta per il socialismo

Il "nuovo governo Irakeno" a sovranità limitata non porrà fine all'occupazione imperialista. Senza alcuna cerimonia e due giorni prima del previsto, il 28 Giugno 2004, le forze occupanti in Irak hanno passato le consegne di ciò che essi chiamano "piena sovranità" ai cittadini irakeni.

Nessuno ha presenziato ai colloqui che hanno sancito anticipatamente il passaggio dei poteri, deciso al summit della NATO in Turchia. E chi sarebbe in grado di dimostrare adesso che in Irak tirerà un'aria diversa? Cosa è cambiato o cambierà ora che ad Ayad Allawi, il primo ministro scelto dagli USA, che nel 1991 insieme ad altri ex militari ed ex funzionari del Baath e dei servizi diede vita al cosiddetto Accordo Nazionale Iracheno,organizzazione di opposizione a Saddam (che tra i gruppi dissidenti è stata l'unica ad utilizzare la strategia delle autobombe) finanziata dalla CIA, è stato dato il potere nominale del paese? Come molti politici capitalisti, Allawi è totalmente ipocrita. Mentre da una parte sosteneva l'attacco a sorpresa dei bombardieri americani contro uno pseudo covo di terroristi a Falluja, dall'altra condannava come atto di "codardia" le auto-bombe. Ma questi è colui che , come ha riportato il New York Times, ha organizzato, con il supporto della CIA, una campagna di attentati in Iraq all'inizio degli anni '90. Il  proconsole P.Bremer è volato a casa, per essere rimpiazzato dal nuovo "Ambasciatore" USA J.Negroponte, esperto in repressioni. Negli anni '80 infatti Negroponte era ambasciatore americano in Honduras, e fu coinvolto nell'appoggio alla campagna terroristica della Contra contro i Sandinisti, che allora governavano il vicino Nicaragua. Negroponte avrà a disposizione 3000 "diplomatici" americani a Baghdad, facendo della sua residenza la più grande Ambasciata degli USA nel mondo.Un "super ministero" che giocherà un ruolo non indifferente. Naturalmente rimarranno le forze di occupazione, stimate in circa 160.000.

Il governo provvisorio

Esattamente prima del "passaggio dei poteri", Allawi ha potuto constatare quanto sia limitata la sua "sovranità". Il Segretario di Stato Americano Colin Powell si è precipitato a dichiarare: "...è sovranità ma (un po')di detta sovranità dovranno permetterci di esercitarla a loro nome e con il loro permesso."

Il nuovo "governo provvisorio" ha dichiarato che una volta insediato avrebbe potuto imporre la legge marziale in risposta ai continui attacchi all'amministrazione, al nuovo esercito irakeno e alle truppe della coalizione. Ma è stato subito bloccato dalle autorità d'occupazione USA a Baghdad. Alcuni portavoce americani hanno detto le "clausole dei diritti umani" presenti sulla costituzione provvisoria, conosciuta come Legge Amministrativa di Transizione, frenerebbero il governo transitorio dall'imporre delle pene e/o detenzioni amministrative. Una recente risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU garantisce alle forze di occupazione in Irak di usare "tutte le misure necessarie" per garantire la sicurezza (compresa quindi la legge marziale). Quindi se Allawi vorrà attuare qualcosa (ad esempio una repressione), dovrà prima essere approvata da Washington e inoltre dovrà fare esclusivo affidamento sulle forze militari guidate dagli USA. Inoltre gli Stati Uniti non hanno fiducia nel nuovo esercito irakeno, formato in gran parte da reclute che hanno fatto questa scelta esclusivamente per motivi economici, per cui "potenzialmente" ostili nei confronti  degli americani che non vogliono concedere al nuovo governo nè il controllo delle forze armate né nuovi armamenti.Anche sul fronte economico il governo avrà possibilità limitate: non potrà prendere decisioni a medio termine, ha pochi fondi a disposizione e dipende interamente dalle esportazioni di petrolio.Gran parte delle sue risorse sono depositate in un "Fondo per lo sviluppo" depositato a New York e controllato da un comitato del quale farà parte un solo iracheno. In realtà questo "governo provvisorio" è stato designato per fungere da schermo dietro al quale gli Stati Uniti continueranno a controllare il paese.

Impopolarità

Abbiamo potuto vedere come l'impopolarità verso l'occupazione abbia portato ad una crescente brutalità. Le foto delle torture attuate nella prigione di Abu Ghraib hanno confermato il modo come venivano trattati i detenuti, mentre la Croce Rossa in un suo rapporto ha detto che il 70% - 90% dei detenuti sono stati "arrestati per errore". Questo ritorno di fiamma a metodi repressivi, ha fatto aumentare la rabbia contro gli occupanti ed inoltre la cattiveria dei combattimenti.

Non abbiamo dubbi del fatto che la maggioranza degli Irakeni si sia opposta all'occupazione militare,ma anche tra i Kurdi ,che generalmente ne sono stati sostenitori, c'è un crescente sospetto verso i piani degli Stati Uniti. Un sondaggio dopo l'altro in Irak ha dimostrato questa crescente ostilità.

Le richieste dei Kurdi

Per qualche tempo gli occupanti hanno cercato di lavorare con la più popolare figura irakena, l'Ayatollah Sistani, il principale leader religioso della maggioranza sciita. Anche se nel passato Sistani aveva  tentato di limitare le crescenti proteste a favore delle elezioni, recentemente le aveva promosse nel tentativo di difendere la sua base da un altro leader religioso più radicale, Muqtada Sadr. Mentre da una parte dichiarava che il nuovo governo provvisori non avesse la "legittimazione delle elezioni", Sistani si sta preparando per le prossime elezioni del Gennaio 2005. Allo stesso modo, altri gruppi sciiti come Sciri e Daawa tentano di mostrarsi come più critici nei confronti del governo provvisorio per dare l'impressione di esserne più indipendenti senza però che riescano a portare a significativi cambiamenti.

In modo crescente gli occupanti hanno tentato di arrivare a degli accordi con i vari gruppi, in realtà cercando di metterli l'uno contro l'altro. Un esempio è nell'area a nord del paese popolata dai Kurdi dove per qualche tempo i loro leader sono stati i sostenitori più accesi dell'occupazione. Questi hanno ricevuto delle ricompense, per esempio la promessa che le due principali milizie Kurde avrebbero formato parte della sicurezza interna del governo regionale del Kurdistan.

Ma gli Stati Uniti non vogliono accettare le richieste Kurde di autonomia e del controllo dei giacimenti petroliferi settentrionali attorno a Kirkuk. Il governo degli Stati Uniti non vuole alienarsi il governo Turco che si oppone all'autonomia Kurda ed allo stesso tempo vuole trovare un accordo con i leader  della maggioranza Sciita.

La combinazione tra la mancanza di un movimento nazionale contro l'occupazione e il tentativo delle forze occupanti di aumentare i poteri su base locale sta creando la tendenza verso lo scioglimento "de facto" dell'Iraq  Questo potrebbe provocare ulteriori tensioni etniche, tribali, e religiose come elementi della lotta tra le elìte concorrenti per il potere e le risorse economiche.Questo "formale" passaggio di sovranità al governo irakeno e la promessa di elezioni entro sette mesi potrebbe essere un periodo utile per fa crescere nella coscienza della popolazione la richiesta di una vera indipendenza dal controllo straniero,  l'immediato ritiro degli eserciti occupanti ed il controllo democratico.

Ma fino a quando non si sarà ricostruito il movimento dei lavoratori ci sarà il serio pericolo che le tensioni etniche e religiose potranno rallentare lo svilupparsi di una lotta di massa e popolare per una completa rottura con l'imperialismo e la creazione di un Iraq dei lavoratori e dei  contadini poveri.

Solamente se questa trasformazione socialista avrà inizio le enormi risorse del paese potranno essere usate negli interessi delle persone, questo rappresenterebbe  un esempio per tutti i popoli  del Medio Oriente.

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