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7/11/2003

Italia

Sciopero generale a Firenze

Circa 65.000 manifestanti sono scesi in piazza questo 24 Ottobre a Firenze per contrastare il nuovo progetto di riforma delle pensioni del governo Berlusconi.

Altre manifestazioni provinciali hanno visto la partecipazione di circa 20.000 persone a Livorno, 15.000 a Pistoia, 10.000 a Pisa, e circa 6.000 in quelle di Lucca e di Piombino.

L'adesione allo sciopero viene stimata come superiore all'80% in tutte le principali fabbriche della zona.Possiamo dire che tutta Firenze si è fermata. La manifestazione è partita da piazza Indipendenza verso le 9.30. La minaccia della pioggia, che si è concretizzata verso la fine della manifestazione non ha scoraggiato molti dal partecipare al corteo. Questo, che si è snodato per le vie della città, fino a raggiungere piazza Santissima Annunziata, ha visto la presenza di innumerevoli striscioni delle principali fabbriche della provincia, oltre alle bandiere dei 3 sindacati.Un breve comizio ha concluso la manifestazione, mentre gran parte dei partecipanti non era ancora riuscito ad entrare in piazza Santissima Annunziata.

Numerosi i gruppi di metalmeccanici della Fiom, decisi a contrastare le iniziative intimidatorie che i padroni stanno effettuando in Emilia Romagna contro i lavoratori in lotta per il contratto, e le analoghe misure, sullo stesso tema che si intravedono sull'orizzonte del governo. Inoltre, c'era tra loro una grande determinazione a partecipare allo sciopero del 7 indetto dalla Fiom.

Erano inoltre presenti alla manifestazione un gran numero di studenti. L'umore dei manifestanti era fermo nella decisione di continuare la lotta, e pieno di speranza. Si poteva notare un sufficiente numero di bandiere di Rc, oltre a qualche bandiera dei Comunisti Italiani (che avevano portato anche un loro furgone) e a un numero limitato di bandiere dei Ds. Presente anche lo striscione del "Laboratorio per la democrazia" (del movimento dei "professori fiorentini", principale anima dei cosiddetti "girotondi"). Attivi e (abbastanza) numerosi i militanti della sinistra di Rifondazione (Progetto, ma anche qualcuno di Falce e Martello), oltre a numerosi militanti di Socialismo Rivoluzionario (con diversi giornali). Presente anche qualche anarchico, e alcuni gruppi minori.

Sciopero generale a Genova

70.000 sono scesi in piazza ieri a Genova contro la finanziaria e contro la riforma delle pensioni in particolare. 90% dei lavoratori erano in sciopero, compreso per la prima volta anche lavoratori del supermercato "Basko". La leadership dei sindacati non ha potuto offrire tanto a questa massa che vuole contestare Berlusconi e la sua politica. Gli oratori spiegavano l'ingiustizia della riforma, l'"incapacità" del governo, ma non offrivano ne una via come si può sconfiggere Berlusconi, ne una spiegazione che dietro la politica del governo italiano c'è la crisi globale del capitalismo. Così la folla rimase un pò senza orientamento, sapendo contro che cosa protestava, ma cercando un'alternativa. I centri sociali e la Cobas si opposero contro il ruolo di Cisl ed Uil, aggiungendo un altro corteo alla fine di quale di Cgil, Cisl ed Uil, attirando sopratutto lavoratori e studenti giovani. Tutta la giornata mostra che i lavoratori sono preparati a contestare Berlusconi e tutto il neoliberalismo con tutti i mezzi possibili. Per questo bisogna non fermarsi adesso ed aspettare la reazione del governo, ma costruire la base per un'altro sciopero, uno più lungo, più ampio e costruito dalla base del sindacato. Bisogna creare dei comitati per la preparazione di questo sciopero, che tentano di coinvolgere i settori meno organizzati.

Sciopero generale a Napoli

A Napoli c’e stata un enorme corteo di circa 100,000 persone. Da Pzza Garibaldi, dove è cominciato, tale corteo si è sviluppato lungo tutto Corso Umberto, quindi una parte (Sin Cobas, disoccupati, studenti e No Global) ha proseguita fino a Pzza del Plebiscito, mentre Cgil, Cisl,-Uil si sono fermati in Pzza Matteoti.

La presenza di Sin Cobas a Napoli è servita per dare una forza speciale al corteo e per far risaltare le divisione che c’è tra loro e gli altri sindacati, Cgil, Cisl,-Uil. Secondo Paolo Sabatini, coordinatore nazionale del Sin Cobas, la loro piattaforma sociale più ampia abbraccia la lotta contro la privatizzazioni e la legge 30. In particolare essi se distinguono per il loro atteggiamento più duro verso le politiche governative. Cosi ha riferito Luciano Muhlbauer della segretaria nazionale del Sin Cobas: ‘al segnale altrettanto chiaro a quanti nel centrosinistra lavorano per una controriforma pensionistica più graduale, per ricuperare ‘il posto a tavola’.

Qui sotto si trova il volantino diffuso il 24 Ottobre dai membri di Lotta in Italia

Lotta per il socialismo gruppo affiliato al Comitato per un’Internazionale dei Lavoratori (CWI)

  • No alla riforma delle pensioni!

  • Pensioni vivibili per tutti!

  • No agli attacchi ai diritti dei lavoratori!

  • Lottiamo per vincere Berlusconi!

Oggi i lavoratori italiani sono scesi in sciopero per difendere i loro diritti dalla riforma delle pensioni da parte del governo Berlusconi.Oltre a innalzare l'età pensionabile, le pensioni vengano legate rigidamente (con forti penalizzazioni) al raggiungimento di 40 anni di contributi, cosa che penalizza fortemente chi ha lavorato''in nero'', data la scarsità di posti di lavoro) mentre vengano tolti fondi alla previdenza sociale tramite la decontribuzione per i neoassunti. Il trasferimento del trattamento di fine rapporto (TFR) nei fondi pensione penalizza i lavoratori che trovavano nel TFR un sostegno economico nel momento in cui perdevano il posto di lavoro. Inoltre i tagli per i lavoratori che, essendo stati esposti, nel loro lavoro, all'amianto e che quindi hanno un'alta probabilità di sviluppare forme di tumore,hanno già, in molte zone, scatenato la rabbia dei lavoratori.

In questo sciopero generale la pressione dal basso da parte degli iscritti a tutti i 3 maggiori sindacati è stata così forte da costringere anche la leaderschip di Cisl e Uil a unirsi alla lotta.Un'immensa marea crescente di scioperi spontanei e altre iniziative ha attraversato tutta l'Italia, immediatamente dopo aver assistito all'arroganza di Berlusconi nel suo messaggio a reti unificate.

Uno sciopero generale, dove tutto si ferma, come oggi, mostra il potere della classe operaia di decidere cosa accade nella società. 4 ore di sciopero non sono una risposta adeguata.La tattica di proclamare scioperi di durata limitata e a lunga distanza nel tempo è sbagliata perchè rischia di indebolire le forze dei lavoratori.Alcuni sindacati di base hanno correttamente prolungato lo sciopero di oggi all' intera giornata.

Se lo sciopero di oggi non otterrà i risultati sperati, e comunque per proseguire la lotta fino alla cacciata di Berlusconi dal governo, è necessario formare comitati di sciopero, liberamente eletti dai lavoratori, nei posti di lavoro, per organizzare le future lotte, legando compiti locali e nazionali.

La recente e vuota proposta di Fini di concedere il voto amministrativo ad una ristretta fascia di immigrati non è risolutiva dei loro problemi. Per i migranti degli altri paesi l'Europa sta diventando una fortezza chiusa, e i diritti di coloro che ne scavalcano i cancelli non vengono riconosciuti. Essi diventano invece soggetti ad uno sfruttamento speciale da parte dei capitalisti, i quali grazie alle leggi sull' immigrazione ottengano manodopera senza diritti facilmente gestibile e ricattabile.

Il governo Berlusconi ha ripetutamente sfidato la classe operaia, e ha incontrato una resistenza senza precedenti. La lotta dei lavoratori con 2 scioperi generali dell'intera giornata e un enorme numero di mobilitazioni minori ha arrestato il suo attacco frontale ai diritti riconosciuti dall'art 18.

Ma la battaglia su questo tema non può considerarsi conclusa, anche perché con la famigerata legge 30 viene data alle aziende una sempre maggiore libertà di spezzettarsi in parti nelle quali i lavoratori non sono coperti dall'art18.

I nuovi attacchi alle pensioni e ai diritti dei lavoratori incontrano una resistenza sempre crescente da parte della classe operaia. Nel 1994 la resistenza operaia ai suoi progetti di tagli alle pensioni portò alla caduta del governo. Questo potrebbe ripetersi adesso.

Ma noi non vogliamo un nuovo governo di centrosinistra che porti nuovi attacchi ai lavoratori. Esso continuerebbe solo la strada già tracciata dai governi passati.

Noi sosteniamo la rabbia popolare contro Berlusconi e le lotte sociali contro di lui. Ma qualsiasi accordo di sostegno politico a dei rappresentanti della borghesia porterebbe al tradimento degli interessi della classe operaia. Gli interessi di qualsiasi fazione della borghesia sono opposti a quelli della classe operaia. Se Rifondazione partecipasse o sostenesse un nuovo governo di centrosinistra si troverebbe a firmare leggi contro gli interessi dei lavoratori.

Rifondazione dovrebbe non sostenere né tantomeno partecipare alla formazione di un nuovo governo dell'Ulivo, preparandosi invece a combattere contro ogni singolo attacco ai diritti dei lavoratori.

E' necessario un governo dei rappresentanti eletti dai lavoratori,giovani e degli altri coinvolti nella lotta di massa contro Berlusconi, con un programma di nazionalizzazione delle principali imprese e banche, che dominano l'economia, sotto il democratico controllo e l'amministrazione da parte dei lavoratori. In questo modo sarebbe possibile la democratica pianificazione della distribuzione delle risorse per assicurare un pieno sistema pensionistico, un servizio pubblico totalmente adeguato e la piena occupazione con salari decenti e un orario più corto. Solo così i sogni e le speranze della classe operaia possono venire realizzati.

"Lotta per il socialismo" sta costruendo un gruppo italiano affiliato al Comitato per un Internazionale dei Lavoratori (CWI).Unisciti a noi!

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