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3 Luglio 2003

La situazione italiana

Referendum e altri sviluppi

Gli ultimi sbarchi di profughi sulle coste dell'isola di Lampedusa vedono la maggioranza (che vedeva già al suo interno un conflittuale dibattito post-elezioni locali) messa in difficoltà dalla cieca ferocia xenofoba di Bossi e dei suoi seguaci.

Dietro le quinte tutti, o quasi tutti, gli esponenti della maggioranza di governo condividono i fondamenti del pensiero della Lega (altrimenti non si spiegerebbe l'appoggio alla famigerata “Bossi-Fini”) ma c`e’ una certa distanza da lì a ordinare alla marina militare di sparare sulle imbarcazioni dei migranti. C'è il rischio di un rifuto da parte dei marinai con conseguenze imprevedibili ed imbarazzanti per il governo.

Chi può dire che i militari abbiano dimenticato che in occasione della strage del canale d'Otranto (dovuto allo speronamento da parte della nave della marina militare italiana “Sibilla” della motovedetta albanese “Kater I Rades” carica di migranti) la colpa morale ricadde su di loro, lasciando indenni i loro “mandanti”?

Dal punto di vista legale è gia stato fatto anche l'impossibile. I diritti dei richiedenti asilo sono stati calpestati senza timori. Adesso si cercherà il modo di far agire le navi della nostra marina militare nelle acque internazionali per azioni di respingimento. Un tempo questo passava sotto il nome di pirateria.Ora non se ne preoccupano. Ma ci vuole il sangue per saziare Bossi!

Il vero obbiettivo del governo è quello di far ottenere alla borghesia italiana manodopera senza il minimo diritto, facilmente gestibile e ricattabile. Essi giungono a questo scopo rendendo illegale l'ingresso di coloro che non possano fare altro che sfuggire dalle loro case a causa delle guerre (dovute perlopiù agli interessi delle classi dominanti dei paesi più ricchi) o della miseria (dovuta allo sfruttamento delle risorse naturali dei loro paesi d'origine da parte delle stesse classi).

Inoltre si cerca di farne un capro espiatorio per la rabbia di coloro che, vivendo in Italia, vedano le loro condizioni di vita farsi sempre più difficili. Da questo deriva la propaganda xenofoba della destra. E la creazione (per la prima volta nella storia italiana!) di una marina apertamente pirata. Ma con Bossi, queste sceneggiate passano il confine dell'utile (per la borghesia) oltrechè quello del ridicolo. Il tempo delle crociate è passato anche per la chiesa, come il mondo cattolico si è affrettato a ribadire ...

 I moderni pogrom debbano avvenire nell'ombra e non alla luce delle stellette degli ufficiali per essere utili alle classi dominanti in Italia.

 La fissazione di Bossi sull'annientamento fisico dei migranti ha la sua controparte nella fissazione di Berlusconi di mettere da parte ogni pericolosa eredità di buone maniere (leggasi concertazione) per il conseguimento dei progetti di annullamento di qualsiasi simulacro di diritto (non importa quanto puramente formale) dei lavoratori. Come il suo alleato padano, anche il ‘Cavaliere’ deve vedersela con quanti, tra coloro che condividono i suoi interessi di classe, considerano la sua foga di integralista come contraria ai suoi stessi progetti.

 Il referendum

Non solo c'è stata un'alluvione di ore di sciopero,molti sudori freddi sono stati causati anche dal referendum per estendere le tutele dell'art 18. Specialmente tra i piccoli padroni che non hanno ottenuto granchè da Berlusconi. L'astenzionismo è stata l'ultima risorsa in mano a una classe nella quale molti esponenti cominciavano a temere, con ragione, che l'estremismo di Berlusconi non portasse altro che problemi. Antichi fanatismi come quelli del partito Radicale trovano posto ormai solo tra le curiosità storiche. E del resto, fin dalle origini, lo slogan non è sempre stato “lasciare fare, lasciare passare”? L'astenzionismo “militante” si è imposto, una volta che il referendum è passato nell'agenda del futuro prossimo come la posizione ufficiale della borghesia italiana, grande e piccola. A questo si è aggiunto quello che, nell'attuale situazione italiana, è da considerarsi come fisiologico.

Il compattarsi attorno al ‘sì’ o all' astenzione ha comunque segnato, fino ad un certo punto, gli scenarii di classe in Italia.Almeno al livello delle reciproche controparti politico-organizzative. La campagna per l'estenzione dell'art18, comunque non è stata sufficientemente, fino ad ora, condotta sul piano delle lotte sul campo. Ma ci si è affidati ai rimedi del referendum considerandolo purtroppo spesso come dotato di proprietà sovrannaturali. Risulta immediatamente evidente, come da una prospettiva marxista, non ci si dovesse aspettare miracoli dall'uso delle urne, ma sarebbe inutile nascondere che la speranza di una vittoria inattesa del fronte del ‘sì’ era presente in molti di noi. Questa, sebbene di per sé insufficiente, avrebbe aperto uno scenario completamente diverso per le successive lotte contro il governo Berlusconi.

Non dobbiamo comunque cosiderare come inutile la campagna referendaria svolta fin'ora. Essa ha segnato un importante (anche se parziale e limitato) momento di presa di consapevolezza di classe nella classe operaia. E' necessario però uno sforzo immediato per non far si che il non raggiungimento del quorum segni una battuta d'arresto nelle lotte di classe. La sfiducia in un certo tipo di strumenti, che è comunque diffusa nella società italiana, non deve diventare (per la classe operaia) sfiducia indiscriminata verso tutto. Inoltre, quasi 11 milioni di ‘sì’, non sono un risultato scoraggiante.

Lo sciopero del pubblico impiego di venerdì 30 giugno e le mobilitazioni che si cominciano a intravedere per il prossimo autunno, potrebbero portare positivi sviluppi nell'evoluzione degli scontri tra le classi in Italia.

Il quadro generale resta comunque favorevole a passi in avanti in queste lotte, considerando anche l' accentuarsi delle divisioni della maggioranza di governo e la costanza di un'atteggiamento generalmente attivo in larghi strati della classe operaia. Un aiuto è costituito anche dal “ritorno” del movimento dei cosiddetti girotondi, nonostante le ovvie riserve sullo stesso. Singole situazioni, del resto, sono ancora in evoluzione. Specialmente nel campo delle strutture organizzative come i rapporti di forza all' interno di Rc e i suoi rapporti con il centrosinistra. In ogni caso, nuovi attacchi ai diritti dei lavoratori, come le proposte sulle pensioni, sebbene probabili nel medio termine,saranno affrontati con rinnovata combattività da parte della classe operaia.

24 Giugno 2003, ‘Lotta per il socialismo’

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