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Gli ultimi sviluppi della situazione italiana
Una prima svolta nella ormai lunga storia processuale di Berlusconi e dei suoi seguaci si ebbe il 29 Aprile con la sentenza di condanna per l'avvocato di Berlusconi, nonché ex ministro del primo governo Berlusconi, Cesare Previti sotto processo per aver corrotto dei giudici. Come è noto, saper perdere sportivamente non rientra nelle virtù del premier italiano. Un nuovo attacco ai magistrati seguì quasi immediatamente la sentenza, con una lettera al "Foglio" in cui i giudici erano definiti "golpisti". Il successivo intervento del premier in tribunale, in cui si ribadiva la linea di considerarsi sopra la legge, fu accolto come era prevedibile anche da insulti e Berlusconi arrivò anche a denunciare un passante che si era permesso di esprimergli personalmente il suo disappunto.
Il tg3, che per diritto di cronaca aveva riportato l'episodio con un certo spazio, non solo fu il bersaglio dell’ira del premier, ma vide anche l'arrivo nella sede della sua redazione degli ispettori mandati, dal direttore generale della Rai, Cattaneo, allo scopo di "capire come sia stato possibile dare con tale evidenza una notizia sgradita al premier", come scrisse più tardi il Manifesto. Abbiamo dovuto assistere anche alla minaccia di denuncia per chiunque si permetta di offendere il cavaliere.
I problemi giudiziari di Berlusconi e dei suoi accoliti e, soprattutto l'atteggiamento nei riguardi dei giudici di Berlusconi e dei suoi intimi, a cui si aggiunge una sempre maggiore arroganza nei confronti della libertà di informazione, costituiscono da tempo un’ulteriore minaccia per il mantenimento dello status quo della situazione italiana. Anche il Capo dello Stato, nonché garante ufficiale delle istituzioni repubblicane, Ciampi, è dovuto intervenire per cercare di riportare una minima parvenza di decoro richiamando Berlusconi ad abbassare i toni ed a rispettare giudici e sentenze, ma senza alcun successo. Inoltre dopo le elezioni locali la commissione giustizia della camera riprenderà ad esaminare le proposte di legge "contro la diffamazione".
Quello che il presidente della repubblica cerca inutilmente di far capire a Berlusconi, è che è nell’interesse di tutta la borghesia italiana (e quindi anche di Berlusconi stesso) mantenere un’illusione ufficiale, di non vivere nel regno del "homo homini lupus". La corruzione dei giudici, chiamati ad arbitrare una lite interna alla borghesia, deve essere punita quando viene portata sotto gli occhi di tutti, altrimenti si rischia di svelare troppo pubblicamente le usanze, fondamentalmente selvagge anche nei confronti dei consimili, dei vari padroni d’imprese.
Inoltre, i tentativi di Berlusconi di porsi come arbitro assoluto, facendo leggi ad hoc per salvare se stesso e i propri più stretti seguaci, hanno già da parecchio tempo destato la rabbia delle classi medie, composte prevalentemente da persone serie che credono sinceramente nel carattere sopra le parti della legge e dell'ordine. Abbiamo quindi visto la ripresa del cosiddetto movimento dei girotondi. Il famoso Nanni Moretti ha anche colto l'occasione per dichiararsi d’accordo con l’opposizione di Cofferati al referendum sull’art.18.
Berlusconi ha anche cercato di farsi scudo dei suoi impegni istituzionali per prendere tempo ed apparire in tribunale solo quando lo richiedano ragioni di propaganda. Ma i giudici hanno dimostrato di essere intenzionati a portare avanti il processo, senza attese infinite. L'unico sistema per ottenere che almeno parti di esso si svolgessero in maniera normale è stato quello di separare il procedimento a carico del premier, da quello a carico degli altri imputati.
Intanto a Palermo, l’ex premier Giulio Andreotti è stato assolto dall’accusa di associazione mafiosa. Questo dimostra che, quando non si urli e non si strepiti, difficilmente un processo porta ad una minaccia per lo status quo.
La situazione economica però, lasciata la metafisica delle aule giudiziarie, e lasciati i difensori della legge e dell’ordine a dibattere con una commissione parlamentare creata appositamente, i veri colori della bandiera nazionale, e come renderli immutabili nella diversità dei tessuti, diventa preoccupante.
Fim e Uilm, hanno firmato un’ennesimo accordo separato con i padroni. La rabbia dei metalmeccanici, è esplosa in una serie di scioperi culminati per il momento con le 4 ore di sciopero del 16 di Maggio. La partecipazione è stata altissima. In tutta Italia si sono viste manifestazioni locali che hanno visto scendere in piazza migliaia di lavoratori. Talora i cortei dei metalmeccanici hanno sfiorato quelli dei lavoratori delle poste, in sciopero lo stesso giorno anche per il loro contratto e contro la ristrutturazione aziendale. In quest'ultimo caso la pressione dal basso dei propri membri ha costretto anche Cisl e Uil ad appoggiare lo sciopero. Purtroppo non è stata sufficiente, in un altro settore, quello della scuola, ad evitare che anche la Cgil firmasse un contratto che non rispondeva alle esigenze dei lavoratori. Molte proteste si stanno svolgendo in questi giorni contro la privatizzazione di attività pubbliche.
La minacciata riforma delle pensioni accenderà probabilmente anche in Italia la miccia di una nuova ondata di proteste, come sta accadendo in Francia ed in Austria. Sembra anche che al proposito tutte e tre le maggiori sigle sindacali saranno costrette, dalla rabbia dei lavoratori e dei pensionati, a trovare una posizione comune. Per il momento sono state concordi nel porre un ultimatum al governo che entro l'8 di Giugno dovrà chiarire le sue proposte
Nelle prossime settimane vedremo due importanti avvenimenti politici. Il primo di questi è costituito dal rinnovo di molte amministrazioni locali (due consigli regionali, dodici consigli provinciali e un discreto numero di amministrazioni comunali). Dobbiamo guardare con attenzione al fronte elettorale che la maggioranza di Rc ha imposto al resto del suo partito (nonchè ad un elettorato sempre più stanco di vedere, in diversi luoghi, Rc appoggiare la politica di tagli locali dei governi locali guidati dall'Ulivo) dovunque ciò fosse possibile, con particolare attenzione anche a ciò che comporterà in termini di dinamiche interne a Rc.
Il secondo è costituito dal referendum sull’art.18. La Cgil è stata costretta dalla sua base ad appoggiare il fronte del sí, nonostante la contrarietà al referendum da parte del precedente leader Cofferati (che in ciò si distanzia da altri membri del cosiddetto correntone e si riallinea al suo partito), anche se ciò è avvenuto con un certo ritardo. Nonostante la scontata opposizione di Cisl e Uil e nonostante esso non possa assolvere la funzione di far cadere dalla sella il cavaliere, la determinazione dei lavoratori italiani a vincere la battaglia per l'estensione dell'art.18 porterà sicuramente molti alle urne. Si sente parlare già di portare questa battaglia sul piano delle lotte sociali.
L’intollerabilità della situazione attuale in Italia è tale che persino un giornale che non possiamo considerare obiettivamente come rivoluzionario, ovverosia il Manifesto, ha lanciato la proposta di uno sciopero politico contro Berlusconi, proposta che ha trovato una qualche eco anche in settori parlamentari.