torna indietro

Unione Europea

Non si intravede la luce alla fine del tunnel

Malcontento dietro la crisi della Commissione Europea

di Per-Åke Westerlund, Rättvisepartiet Socialisterna (cwi Svezia)

La nuova Commissione Europea, guidata da José Manuel Barroso, sarà riformulata perfino prima di entrare in funzione a Bruxelles. Il voto al parlamento Europeo è stato posticipato, poiché la maggioranza aveva votato contro la proposta originale. La colpa della mancata fiducia è stata diretta contro il delegato Italiano, Rocco Buttiglione, per le sue opinioni reazionarie sulle donne, gli omosessuali e gli immigrati. Ma dietro questa nuova fase della crisi dell'UE c'è il funzionamento eccessivamente debole dell'euro-zone, ed il crescente malcontento verso l'Unione Europea. Le critiche dentro il Parlamento Europeo, tuttavia, non rappresentano un cambiamento della politica. Paragonandole ai temi delle elezioni USA, le posizioni di Buttiglione sono più simili a quelle di Bush, mentre coloro che lo vogliono fuori sono più vicini a Kerry. Nessuno sa come uscire dalla crisi ed i due vogliono far pagare i costi dei loro piani ai lavoratori. Le critiche a Buttiglione non fanno, nella maggioranza dei casi, obiezioni alle privatizzazioni né ai progetti militari degli USA .

Dietro la crisi attuale della Commissione c'è la crisi di fiducia verso l'Unione Europea. I grandi progetti dei leader dell'UE, il mercato unico, l'Euro e l'allargamento, non hanno prodotto nessuno dei risultati promessi. Al contrario hanno aggravato la presente crisi economica, perché hanno ostacolato quei governi che volevano stimolare le loro economie.

L'anno scorso la crescita economica nell'Euro-zone è rimasta sotto l' 1% e per il 2004 il pronostico è meno del 2%. Invece di ottenere miglioramenti, i lavoratori e particolarmente i pensionati, di tutta l'Unione Europea, stanno affrontando nuovo attacchi contro le loro condizioni di vita. I piani di austerità dei governi sono stati supportati o incorporati da questa nuova ondata di attacchi delle grandi compagnie sui salari, le condizioni di lavoro, etc. Questo ha provocato un aumento del malcontento, e le proteste, specialmente in Germania e Olanda. In Germania, le manifestazioni dei lunedì e specialmente le azioni dei lavoratori della Opel (General Motors) hanno scosso i politici di tutta Europa.

Sempre la stessa cosa

Tuttavia, la ricetta generale dei politici e dei capitalisti contro la crisi, è sempre la stessa. Il presidente, della Commissione Europea, José Manuel Barroso, ha dichiarato che “le riforme economiche” erano il suo compito più importante. La Costituzione stipulata dalla "sua" Commissione Europea rappresenta una svolta a destra rispetto alla precedente. Barroso ha ricevuto le congratulazione del Financial Times per aver selezionato “candidati del libero mercato” per i posti più importanti nella Commissione.

Tutti i governi dell'UE stanno portando avanti la tendenza generale di attaccare le condizioni dei lavoratori. La questione è quale carta, la commissione in se stessa giocherà. Durante gli ultimi anni, ci sono stati segnali da parte di molti governi europei che si allontanavano dall'Unione Europea . Per la prima volta, i governi della Germania e dell'Olanda sono tra quelli che criticano seriamente l'UE. Allo stesso tempo, continuano ad aver bisogno dell'UE per condurre la “riorganizzazione “dell'industria Europea, principalmente la fusione delle frontiere, necessaria a competere con gli USA e la Cina. Perfino uno dei critici nei confronti dell'UE, il primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, ha sollecitato una “riforma delle pensioni” in tutta Europa.

Economia da camicia di forza

Le regole dell'Unione Europea hanno approfondito la presente crisi economica. Il governo portoghese, guidato in passato da Barroso, ha obbedito alle regole del “Patto di Stabilità” e cancellato migliaia di posti di lavoro nel settore pubblico. Questo ha approfondito la recessione ed in realtà ha spinto il deficit del settore pubblico invece del risultato opposto che si prefiggeva.

In Germania, le misure di austerità della “Agenda 2010” hanno causato la caduta della domanda interna del 0.7% quest'anno. Questa potrebbe diminuire ancora di più con le recenti riduzioni del personale annunciate alla Opel ed in altre industrie. Più importante è il crollo degli investimenti. I profitti delle imprese sono usati nella speculazione o stanno per abbandonare il paese, non vengono investiti in Germania. La debole crescita del secondo trimestre è dovuta ai ribassi nelle esportazioni. La debole crescita ed i prezzi del petrolio in aumento hanno fatto rivedere alla Commissione Europea i pronostici, al ribasso, del 2.0% di crescita per il 2005.

Per il prossimo anno, la stima per la crescita del PIL è solo dell'1.5%. In Francia, si intravede una crescita del 2.3%. Ma la crescita della Francia è basata principalmente sulla variante della politica economica nordamericana del Ministro delle Finanze Sarkozy. Il consumo domestico è stato stimolato. Negli ultimi tre anni, i prezzi delle abitazioni sono aumentati del 40% in Francia. Ma la disoccupazione continua ad essere ai livelli più alti dell'Unione Europea e la bolla speculativa delle abitazioni non durerà.

Un altro problema è quello dei tassi di interesse per l'Euro Zona, fissato dalla Banca Centrale Europea. Mentre l'economia tedesca ha bisogno di tassi di interesse bassi per stimolare l'economia, il mercato immobiliare francese, come quello USA, ha bisogno di tassi di interesse più alti. Fino a qui, la Banca Centrale Europea è stata capace di manipolare le tensioni, ma il problema aumenterà.Tanto i governi tedesco come quello francese hanno cercato di darsi un “profilo nazionale” per salvare i posti di lavoro. Sarkozy ha condannato alcuni dei nuovi personaggi dell'Unione Europea per i suoi ribassi dei tassi e Schröder ha detto che portare il lavoro fuori dalla Germania è un atto “non patriottico.” Entrambi i governi hanno sollecitato una politica comune dell'Unione Europea a difesa dei posti di lavoro e delle industrie nazionali. Ma si annunciano nuove tensioni e crisi.

Riforma del patto di stabilità?

La Commissione Europea ha proposto di ammorbidire il “Patto di Stabilità e Crescita economica.” L'anno scorso, tanto la Germania come la Francia hanno ignorato le regole le quali dicono che il deficit statale non deve essere maggiore del 3 percento del PIL per non subire sanzioni. La maggioranza dei ministri delle finanze hanno votato insieme a loro per evitare la minaccia di sanzioni. Si è venuto quindi a scoprire che la Grecia ha un deficit ,occultato per diversi anni, del 5 percento. Germania, Francia e Portogallo non riusciranno a rispettare il limite imposto neanche quest'anno. Anche Italia ed Olanda ci sono vicine. Questa tendenza continuerà. Per esempio, il piano di Schroeder "Agenda 2010" al taglio delle pensioni e alla sanità pubblica. La nuova proposta, forzata per necessità, dà più tempo ai governi per equilibrare quei conti che si trovano in “circostanze particolari” non ben definite. Anche gli stati con debiti molto bassi avranno più tempo.

La proposta ha ricevuto le critiche del presidente della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, che ha detto che la proposta è “pericolosa”, e minaccia la "solidità" dell'euro-zona. Il ministro delle finanze Olandese, Gerrit Zalm, lo ha detto chiaramente, accusando la Germania di esportare tassi di interesse a lungo termine ad altri paesi dell'Unione Europea. Egli stesso ha promosso “riforme strutturali” (fatte di tagli alle imposte e drastiche misure di austerità), che hanno portato circa 200.000 persone a manifestare per le strade di Amsterdam.

Il governo Francese, d'altra parte, ha parlato di sospendere del tutto il patto. Si prospetta che la Francia si troverà con un deficit del 2.9 % il prossimo anno, questo solo grazie al denaro confiscato alla Compagnia Statale dell' Elettricità, la EdF.

Le preoccupazioni della Banca Centrale Europea sono ben motivate. Normalmente, i deficit in un paese causano tassi di interesse più alti, crollo della moneta e inflazione. Nell'euro-zona, questo deve essere ripartito tra tutti gli stati membri. Perché allora nessuno stato riesce a mantenere il deficit più basso? Ovviamente un bilancio preventivo non equilibrato non farà gli interessi dei lavoratori, bensì principalmente quelli dei ricchi, come negli USA

Il processo di Lisbona

Romano Prodi, che ha lasciato il suo incarico di presidente della Commissione Europea, ha condannato il “processo di Lisbona” dell'Unione Europea come “un gran fallimento.” I piani della dirigenza dell'UE a Lisbona nel 2000 avevano come obiettivi basilari massicce privatizzazioni, deregolamentazioni e misure anti-sindacali. L'economia degli USA era presa a modello.

Il “processo di Lisbona”, tuttavia, si è trovato di fronte ad una grande resistenza ed anche ad aspettative frustrate a causa dell'aumento della crescita economica. Una relazione che presto verrà presentata, del ministro delle finanze olandese, Wim Kok, mostra che soltanto cinque dei 25 stati hanno raggiunto l'obiettivo. E questo nei paesi economicamente meno importanti: Belgio, Austria, Finlandia, Svezia e Danimarca.

Gerhard Schröder e l'ex capo del FMI, Michel Camdessus, sono tra coloro che ora esigono far riavviare il processo di Lisbona. Il piano del Cancelliere tedesco chiamato “Le sette possibilità per il Mercato Unico Europeo”, si richiama alla completa liberalizzazione dei mercati dell'energia in Europa nel 2007, l’ aumento della cooperazione per quanto riguarda la difesa e norme comuni per le operazioni con carte di credito e i bonifici bancari”, come dichiarato sul sito “www.EUobserver.com”.

Oltre a queste proposte, ci sono varie altre “riforme” in agenda. Il governo Schröder continua a guardare alle economie Anglo-sassoni come un modello. “In Germania, il governo ha studiato passi per migliorare la direzione corporativa ed il lavoro dei mercati dei capitali, per esempio con l’avvio del Fondo degli investimenti ad alto rischio (Hedge Funds)” (Financial Times 23 Luglio 2004).

In Francia il governo ha introdotto 1 milione di contratti di lavoro temporanei, oltre a riduzioni alle pensioni e ai sussidi di disoccupazione. 10.000 posti di lavoro pubblici saranno tagliati. Un'altra tendenza è quella di “decentrare” parti dello stato, facendo cadere la responsabilità di ulteriori riduzioni sulle autorità locali.

Allargamento

Lo scopo dell’allargamento dell'Unione l'Europa è molto chiaro. “L'ampiamento dell'UE, e il fatto che dall'altro lato della frontiera ci siano lavoratori disposti a lavorare per meno denaro, è servito chiaramente come stimolo alla riforma.”, ha scritto il The Economist in una recente indagine sull'Unione Europea. La rivista continuava dicendo “Un nuovo elemento è stato aggiunto con l'arrivo dei nuovi membri dei paesi dell’Europa centrale che sono ansiosi di preservare i loro vantaggi competitivi: bassi salari, imposte basse e regolamentazione labile.” La federazione dei padroni dell'UE, Unice, ha ribadito la stessa cosa, “L'allargamento è un'opportunità d’oro per la competitività” L'UE a 25 membri metterà al primo posto la “competitività delle imprese”, è stata la dichiarazione di Barroso all’atto dell’insediamento della sua Commissione che ora sta fallendo.

L'allargamento viene sbandierato dalle imprese che esigono salari bassi e giornate di lavoro più lunghe. Ora la Commissione Europea sta cercando di annullare le regole dell'UE sull’orario massimo di una giornata di lavoro. Queste furono introdotte nel 1993 su richiesta dei sindacati.

Nuove Crisi

Il fallimento della Commissione di Barroso non è l'unico segnale di crisi dell'Unione Europea. I capi di governo dell'UE si sono riuniti a Roma per firmare la nuova Costituzione Europea. Tuttavia, può essere che la Costituzione non sopravviva fino all’ Ottobre del 2005 quando si suppone dovrà essere ratificata dagli stati membri. Fino ad ora sette stati hanno richiesto il referendum su questa questione (Belgio, Gran Bretagna, la Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Portogallo e Spagna), perfino Schröder sta considerando l’opzione referendum in Germania. Formalmente nessun paese può bloccare la Costituzione.

Generalmente, le politiche neoliberali dell'UE hanno trovato una crescente risposta. È solo una questione di tempo fino a quando anche i dirigenti politici daranno la colpa all'Unione Europea per i suoi fallimenti in relazione alla disoccupazione, etc. I governi della Germania ed Olanda sono tra coloro che hanno dichiarato che non sono più disposti a pagare per gli altri i bilanci preventivi dell'Unione Europea. Un nuovo bilancio preventivo previsto all’inizio del 2007 è in preparazione.

Il coraggio contro l'Unione Europea sta crescendo negli stati membri. In un recente sondaggio, solamente il 43% dei cittadini europei ha un'immagine positiva dell'Unione. I politici desiderosi di utilizzare questi risvolti giocheranno la carta nazionalista.

L'Unione Europea si mantiene unita per volontà comune dei capitalisti in Europa di porre fine al welfare state ed attaccare la classe lavoratrice. Ma inevitabilmente è anche messa sotto pressione dagli interessi nazionali dei politici e dei capitalisti. Una qualunque delle questioni attuali di crisi, la Costituzione, il Patto di Stabilità, il prossimo bilancio dell'UE, potrebbe portare ad una UE con due o tre campi con differenti livelli di integrazione.

L'unica alternativa all'UE capitalista è una Europa Socialista che può essere ottenuta solo con la lotta comune della classe lavoratrice in tutta Europa. Gli attuali segnali di una lotta unita nelle fabbriche della General Motors indicano che ci saranno, più acute, lotte di classe nel prossimo futuro che cambieranno la coscienza e porteranno alla creazione di nuovi partiti socialisti di massa.

inizio