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Ucraina

Le elezioni presidenziali in Ucraina fanno scoppiare la protesta.

La destra e le potenze imperialiste giocano sulle tensioni etniche. Una vera lotta di potere tra le diverse frazioni della classe dominante ucraina – che usano le masse come pedina del gioco – minaccia di portare il paese sull’orlo di una guerra civile.

Un movimento di opposizione di massa si è sviluppato in Ucraina a seguito delle Elezioni Presidenziali di Domenica scorsa. Il vecchio primo ministro Viktor Yushchenko, che dichiara di essere stato derubato della vittoria, ha fatto appello ai suoi sostenitori di manifestare fuori dal Parlamento di Kiev e di lanciare una campagna di disobbedienza civile.

In alcune città ucraine molti funzionari hanno rifiutato il risultato delle elezioni che hanno dato al primo ministro Viktor Yanukovych il 49,4% dei voti contro il 46,7% di Yuschenko.

Come ai tempi della Guerra Fredda, gli osservatori ufficiali degli USA e i ministri dell’Unione Europea hanno gridato alla frode, mentre il presidente russo Vladimir Putin non ha perso tempo congratulandosi con Yanukovych per la sua “vittoria”.

Tutti e due i candidati hanno intrapreso politiche di privatizzazione ecc. (recentemente Lotta per il socialismo ha appoggiato la campagna di solidarietà internazionale indetta dal CWI in appoggio ai lavoratori dello stabilimento della Galol in Ucraina occidentale contro la privatizzazione della fabbrica, il riassetto e la conseguente perdita di molti posti di lavoro). Ma Yuschenko è ben visto da Washington e dalla UE, mentre Yanukovych gode dei favori della Russia. La campagna di Yanukovych è stata indirizzata tutta verso la popolazione di lingua russa dell’Ucraina orientale promettendo loro la doppia nazionalità.

I media occidentali hanno presentato la crisi come una lotta tra le forze dell’autoritarismo e quelle della democrazia. Hanno paragonato quanto sta accadendo alla “Rivoluzione rosa” in Georgia che ha provocato la caduta di Edouard Sheverdnadze e alla rivolta popolare che ha portato alla caduta del regime autoritario serbo di Slobodan Milosevic, nel 2000.

Non è chiaro ancora come si svilupperà il movimento di opposizione. Ma tuttavia chiunque riuscirà a prendere le redini del potere in Ucraina, la classe lavoratrice dovrà aspettarsi ancora più attacchi ai loro diritti e alle loro condizioni di vita.

Il fattore chiave che manca attualmente in questa situazione – e ed è l’unico fattore che possa mostrare una via d’uscita, nel lungo periodo, dalla povertà, dallo sfruttamento e dalle divisioni etniche – è la classe operaia organizzata.

Il cosiddetto “Partito Comunista” appoggia una regime a favore della Russia e del mercato, basato ampiamente su un settore della popolazione. In tutta l’Ucraina ci sono, sfortunatamente, pochi sindacati veramente indipendenti.

Un partito di massa dei lavoratori potrebbe intervenire nella crisi attuale con un programma indipendente di classe, lottando contro la manipolazione delle elezioni e per i diritti democratici. In nessun modo i marxisti devono appoggiare il falso “democratico” Yuschenko, e nemmeno Yanuckovich. Entrambi questi rappresentanti della classe dominante devono essere combattuti, come allo stesso tempo devono essere combattuti dal movimento operaio l’imperialismo occidentale e russo.

Il CWI nella CSI e in Ucraina fa appello per proteste di massa e scioperi in opposizione sia al regime autoritario e capitalista di Yuschenko. Sotto la guida di una direzione socialista e operaia, gli scioperi sono un potente mezzo per opporsi alle politiche di destra e per unire la classe lavoratrice. Una lotta di massa militante riuscirebbe ad unire i lavoratori dell’est e dell’ovest dell’Ucraina, avanzando un programma che chieda lavoro per tutti, un salario garantito, un vero sistema sanitario, scolastico pubblico e gratuito e un vero stato sociale.

I marxisti inoltre appoggiano i diritti di tutte le minoranze.Un governo dei lavoratori permetterebbe l’introduzione di un programma negli interessi della maggioranza della società.

La classe lavoratrice e i giovani ucraini hanno bisogno di un loro partito indipendente. Tutti i politici, il parlamento e lo stesso presidente e altre istituzioni capitaliste, hanno dimostrato di essere corrotti e marci, e di lavorare negli interessi del capitalismo.

Questo significa mettere l’economia sotto il controllo e la gestione democratica dei lavoratori. Questo inoltre implicherebbe la lotta per una vera società socialista dalla Russia e in tutta la regione. Una confederazione socialista volontaria tra gli stati garantirebbe la fine dello sfruttamento capitalista e dei conflitti etnici,religiosi e nazionali. Anche se venisse “risolta” la crisi post elettorale, questa sarà fatta mantenendo le basi del capitalismo. Questo significa che continueranno ad esistere la povertà, la disoccupazione e la discriminazione tutti fattori che condurranno al risorgere di tensioni etniche e ad una eventuale frattura violenta del paese.

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