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Rifondazione Comunista

Sulle correnti all'interno di un partito comunista

In molti membri di Rifondazione, la nozione di “corrente” (se non addirittura “frazione”) è associata automaticamente a divisione e slealtà verso il partito. Noi crediamo che questo atteggiamento sia assolutamente sbagliato.Ed è proprio perché visto che noi vogliamo costruire un vero partito comunista di massa, e non una setta ideologica che la libertà di formare “correnti” e “frazioni” che si battano all’interno del partito portando avanti differenti punti di vista tra i nostri compagni è essenziale.

Nessun compagno deve pensare che unirsi e lottare con una corrente come la nostra, in particolare, significa che venga meno la sua lealtà al partito stesso. Noi abbiamo sempre detto che la nostra corrente vuole costruire e rafforzare il PRC su basi marxiste e naturalmente proponiamo una nostra piattaforma politica.

Permetteteci di essere chiari su quanto fino ad esso abbiamo detto. Quello che invece è più ragionevole dire, è che è necessaria l'esistenza e la lotta di frazioni e correnti,diverse all'interno del PRC. E molti compagni sembrano aver dimenticato che all’ultimo Congresso Nazionale del PRC (nel 2002) ci siamo vantati come partito di aver rotto “…con ogni concezione autoritaria, burocratica,stalinista o d’altra matrice, del socialismo e ogni concezione e ogni pratica di relazioni od organizzativa interna al partito di stampo gerarchico e plebiscitario.”( tratto dal Preambolo dello Statuto del PRC) e ancora : “Ciò avviene anche attraverso la pluralità delle posizioni che possono esprimersi liberamente e in modo trasparente attraverso diverse forme di aggregazioni o tendenze sia in fase congressuale sia nel corso di dibattiti su questioni di grande rilevanza politica.” (dall’Art.8 dello Statuto).

Prima di presentare proposte concrete sul diritto di frazione nel PRC sarebbe una buona idea, pensiamo, rispondere ad alcune delle obiezioni tipiche mosse contro le frazioni/correnti: ad esempio: il fatto che la loro esistenza aumenti il pericolo di divisioni; l’essere Trotskysti, ecc. prima di iniziare, permetteteci di porre una domanda molto importante. Cos’è una frazione/corrente? (Un termine il quale, dobbiamo dirlo, è stato caricato di significati negativi soprattutto da quando si avviò la controrivoluzione stalinista) Ma i bolscevichi con a capo Lenin non erano una frazione/corrente politica organizzata all’interno dell’allora Partito Operaio Social Democratico Russo? Lo stesso Lenin diede questa definizione di frazione/corrente:”[…] è una organizzazione, all’interno di un partito,unita […] mediante una particolare piattaforma politica su determinate questioni di partito.” (V.I.Lenin Opere complete Vol.17, 1977)

È impossibile prevenire l'esistenza di visioni diverse sulle questioni di Partito. Se, come nel vecchio PCI (o nel PdCI oggi anche se molto molto più piccolo),nel nostro partito ci sono compagni che dicono che non possono esistere raggruppamenti permanenti, ci ritroveremo solamente ad un passo, anche breve tra l’altro, dal proibire le differenze di opinione.Ogni qualvolta vengono fuori due opinioni diverse, le persone tendono a raggrupparsi insieme sulla base di una delle due. Non permettere l’esplicitazione delle differenze in seno al partito è lontano dall’essere comunisti, non rappresenta un partito sano. Con il rischio che comunque si creerebbero correnti, non ufficiali, gruppi sotterranei che avvelenerebbero il partito stesso. Molto meglio esprimere le differenze alla luce del giorno, i comunisti non sono dei cospiratori.Questo era in teoria e in pratica il pensiero di Lenin.

Si può vedere che, come nel passaggio sotto riportato, mentre Lenin non era positivamente a favore di frazioni tout-court, la sua preoccupazione, è stata quella di enfatizzare le differenze tra frazioni oneste e disoneste: “Ogni frazione è convinta che la sua piattaforma e la sua politica siano i mezzi migliori per abolire le frazioni, per nessuno l'esistenza delle frazioni è vista come ideale. L'unica differenza è che frazioni con piattaforme chiare, costanti, integranti, difendono apertamente le loro piattaforme, mentre frazioni senza principi nascondono dietro le convenienti grida sulle loro virtù, il loro non-frazionismo” (Ibidem).

Lenin era orgoglioso della frazione bolscevica. Difese apertamente la sua piattaforma. Quando per la prima volta apparve il giornale bolscevico Rabochaya Gazeta, Lenin non si vergognò e non esitò a dichiarare che il giornale doveva “necessariamente apparire come una pubblicazione di frazione, come un'iniziativa della frazione Bolscevica .” Dopo la sconfitta della rivoluzione del 1905 e la disintegrazione del Partito, Lenin lottò, non per la fine del frazionismo/correntismo, ma per l’unità dei bolscevichi con la frazione menscevica a favore del partito (i seguaci di Plekhanov). Lenin descrisse i bolscevichi come una “forte” frazione e condannò “il moralismo, di coloro che vogliono l’abolizione delle frazioni.”

Quindi, ai compagni che chiedono la fine delle frazioni/correnti all’interno del PRC consigliamo di (ri)studiare questi argomenti di Lenin. Nell’ “osservanza in pratica” del “centralismo democratico, sul garantire i diritti di tutte le minoranze e di ogni genuina opposizione, sull'autonomia di ogni organizzazione di Partito, sul riconoscimento che tutti i funzionari di Partito devono essere eletti democraticamente e sottoposti a revocabilità” e sulla “loro sincera e costante dedizione”, c'è “una garanzia contro le divisioni, una garanzia che la lotta ideologica nel Partito può e deve dimostrarsi costantemente con una severa unità organizzativa ” (V.I.Lenin Opere complete Vol.10, 1977). Ma se dovessimo giurare che attraverso il centralismo democratico e il riconoscimento dei pieni diritti delle frazioni avremo la garanzia contro le divisioni sarebbe un'esagerazione. Certo entrambi (centralismo democratico e diritto di frazione) sono comunque utili a prevenire le divisioni.

Quindi possiamo dire che salvo quello che è accaduto nei primi anni dopo la rivoluzione, Lenin non si oppose mai all’esistenza delle frazioni/correnti interne al partito. Lui era il leader di una frazione.

Dopo la Rivoluzione di Ottobre, la terza rivoluzione, con il pericolo di invasione tedesca si formò la frazione della Sinistra Comunista contro i negoziati di pace e per la guerra rivoluzionaria. Lenin lottò contro di loro, ma non solo: li tollerò! Nel Marzo del 1918 uscirono con un loro quotidiano, Kommunist attraverso il quale diffondevano la loro propaganda. Lenin richiese anche che prendessero parte alla direzione del Partito. Il VII Congresso elesse 15 membri e 8 membri candidatI al Comitato Centrale. Fra loro, tre Comunisti di Sinistra rifiutarono - Bukharin, Lomov ed Uritsky.

Nel 1920 ci fu il divieto di formare frazioni nel Partito. Questo, dobbiamo ricordarlo, doveva essere una iniziativa “provvisoria” dovuta all’eccezionalità della situazione La rabbia dei contadini, settori dell’Armata Rossa smobilitati che stavano rivolgendosi al banditismo, le minacce e i piani dell’imperialismo, “pratiche burocratiche” che si erano installate nel Partito e la demoralizzazione si svilupparono velocemente. Sotto la bandiera dell'anarchia si muoveva la controrivoluzione borghese (Kronstadt si sarebbe di lì a poco ribellata). Alla testa del Partito vi erano stati degli scontri di non poca importanza,tra Bukharin, Trotsky e Lenin sulla questione dei sindacati. Un numero di frazioni emerse dal basso,da ricordare la piattaforma dell’Opposizione operaia, scritta da Alexandra Kollontai stampata in 250,000 copie, ottenne il 21% dei voti nella conferenza del Partito di Mosca nel novembre 1920 ed aveva ottenuto il 6% dei delegati al X Congresso.

Lenin promise al X Congresso: “L’aiuto alla rivoluzione da parte dei lavoratori dei paesi dell’Europa occidentale”. “Ma,” aggiunse con sobrio realismo, “non sta avvenendo abbastanza velocemente” In queste circostanze specifiche propose una ritirata: massicce concessioni al capitalismo che più tardi divenne noto come Nuova Politica Economica (la NEP).Lenin propose, come misura di emergenza, il bando delle frazioni/correnti. Non era come divenne in seguito sotto la direzione di Stalin un pilastro portante del partito. “Questa è una misura estrema e temporanea che viene attuata, in prospettiva della pericolosa situazione nella quale ci troviamo” (Lenin).

Lenin temeva che nemici interni ed esterni potessero sfruttare il “lusso” di dispute tra le frazioni nel “Partito dirigente” per scopi “controrivoluzionari”.L'atmosfera di contrasti e controversie “sta divenendo estremamente pericolosa e costituisce una minaccia diretta alla dittatura del proletariato.”

Vi è da notare che, sebbene il X Congresso votò a maggioranza per richiedere “lo scioglimento immediato di tutti i gruppi senza eccezione alcuna formati sulla base di una piattaforma o altro”, Lenin si oppose alla risoluzione presentata da Ryazanov che avrebbe proibito elezioni sulla base di piattaforme. “Questo è una proposta eccessiva, che non è applicabile”dichiarò, “ed io mi batto affinchè venga rifiutata” (V.I.Lenin Opere complete Vol.32).

Torniamo al presente. Le frazioni/correnti nel PRC dovrebbero avere diritti ben definiti.Questi devono comprendere, tra l’altro, il diritto a divenire maggioranza nel Partito. Per facilitare questo ed il processo di costruzione del Partito, nelle condizioni odierne, devono essere accettati l’ingresso automatico negli organi dirigenti, la pubblicazione e la circolazione separata di riviste e la rappresentazione proporzionale nel Comitato Centrale e negli altri corpi dirigenti. Crediamo che tale organizzazione garantirebbe una struttura più sicura del nostro Partito invece dell'attuale isolamento e l'esclusività di alcuni gruppi.

Esortiamo la lotta per l'influenza di ogni corrente,tendenza e frazione nel Partito. “Lavorare,criticare e migliorare” e non condannare dovrebbe essere il nostro motto.

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