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La "Posta" in gioco...

Lotta per il socialismo ha intervistato a Firenze Giovanni Poggioni, membro del comitato politico provinciale di Rifondazione Comunista, esponente della minoranza di “Progetto Comunista”, e impiegato delle poste iscritto allo Slai-Cobas .

Qual è la sua opinione sulla situazione economica dell’area fiorentina?

La mia opinione sulla situazione economica dell’ area fiorentina, è di una situazione non florida, basata nel suo centro storico sul turismo e sul commercio,in provincia su una certa industrializzazione, e sull’ agricoltura, di lusso, che risentono della crisi economica mondiale, specialmente di quella statunitense, target dei prodotti toscani. I tassi di sfruttamento della manodopera in tutti i comparti mi sembrano molto elevati, e non mi sembra di vedere né una borghesia imprenditoriale né un proletariato industriale come nelle regioni del nord. La situazione economica toscana,è diversa anche da quella dell'Emilia Romagna, regione a cui viene assimilata in maniera impropria, formata così com’è da piccole aziende piuttosto che da vere e proprie aree industriali.Poi abbiamo anche la Breda, la Piaggio, etc.che sono un’emanazione delle grandi industrie del nord e non l’espressione di un’imprenditoria autoctona.

Ci può descrivere la situazione dei lavoratori delle poste?

La situazione dei lavoratori delle poste è quella di lavoratori che si sono ritrovati da dipendenti pubblici quali erano, fino a 10 anni fa, in una posizione di lavoro subordinato,come dipendenti di un'azienda privata, nonostante la partecipazione statale alla proprietà, che si comporta come un vero e proprio imprenditore privato.Anche se l’orario è rimasto invariato (36h) c’è stato un aumento dei carichi di lavoro, e una diminuzione del potere di acquisto dei salari(con conseguente aumento degli straordinari), e il blocco del turn-over. Prima della privatizzazione il personale era di circa 240.000 unità ora si aggira intorno alle150.000 unità.

Ci sono stati episodi di cessione di rami dell’azienda, come il recapito pacchi postacelere, affidato all’SDA.

Le poste s.p.a. sono una vera e propria holding che controlla altre s.p.a. Inoltre devo citare la finanziarizzazione sempre più marcata, vedi i servizi di “bancoposta” che si estendono a scapito del recapito.Ora c’è stato anche l’ingresso nell’ attività assicurativa.Poi c’è la ristrutturazione degli uffici poco redditizi, in posti isolati o poco popolati.Una situazione generale che ha riscontro anche in altri casi come quello dei lavoratori inglesi.

Come sono state viste dai lavoratori italiani le recenti lotte nel settore postale, in Inghilterra?

Non sono state viste. Pochi ne erano informati. I riflessi non si sono sentiti.La nostra ultima tornata contrattuale si è chiusa con pochissime ore di sciopero, con concessioni massicce alla controparte, in termini di flessibilità e con adeguamenti salariali inadeguati, come negli altri settori.C’ è stata una sola giornata di sciopero il 16 Maggio 2003, anche se molto partecipata.

Il settore delle poste è già poco combattivo di suo, e nelle ultime elezioni delle RSU si sono consolidate Cisl (soprattutto)e Cgil. Il sindacato di base è estremamente debole e incapace di incidere.La tradizione clientelare dei sindacati confederali nell'ambiente di lavoro postale è ancora molto radicata.

Voi della minoranza interna a Rifondazione Comunista,come progettate di contrastare il progettato accordo elettorale con il centrosinistra per le elezioni locali, qui a Firenze?

Qui a Firenze pensiamo di contrastarlo come in tutta Italia,in quanto è vissuta come una vera e propria svolta, anche con problemi di democrazia interna.Nulla di tutto ciò era previsto nelle tesi congressuali, anche se si poteva intuire, quando, nel paragrafo 37 si parlava di “sinistra prurale”. All’epoca ci accusarono di settarismo, ma i fatti ci hanno dato ragione. Proprio per questa situazione, di una linea politica non condivisa dalla base, andiamo interloquendo con settori molto ampi di compagni, in quella che era la maggioranza bertinottiana. Ma delle forti perplessità ne vediamo anche nei cosiddetti “emendatari”,che facevano capo a Grassi.Oggi molti di loro sono completamente contrari ad accordi con il centrosinistra.

Il discorso che ho fatto ha valenza generale. Tipico è il caso di Salerno, ma anche qui a Firenze c’è stata una riunione del CPP(Comitato Politico Provinciale), ma anche della conferenza programmatica provinciale, l’uno organo decisionale sulla situazione della provincia dal punto di vista economico,politico, sociale; mentre quest’ultima è un luogo di ricerca, elaborazione e confronto; e da tutte queste riunioni, pur nella differenza delle assise, è venuto fuori una situazione del partito a Firenze, che è incompatibile con l’ipotesi di accordo per la rielezione di Domenici(attuale sindaco di Firenze,esponente Ds NdR).A Firenze il segretario cittadino sembra intenzionato ad andare avanti, ma è sostenuto solo dal membro della segreteria che fa capo alla corrente grassiana.Penso che prenda ordini direttamente da Roma. Comunque la maggioranza del partito, almeno quella espressa dal CPP sembra contraria. Quello che pensiamo di fare noi è di presentare un documento contrario a qualsiasi ipotesi di accordo. La giunta Domenici ha fatto solo gli interessi dei ceti agiati fiorentini.Gli esempi si sprecano, dall’alta velocità alla viabilità, fino alla privatizzazione di Pubbliacqua e alle società della salute. Rifondazione, che si dichiara partito dei lavoratori non può sostenerlo. E ribadisco che per noi è impossibile poterci responsabilizzare in una simile azione di governo. E una volta corresponsabilizzati, non vediamo come sia possibile “condizionare a sinistra”l’operato della maggioranza.Riteniamo invece prioritario sintonizzarsi sulle esigenze ad esempio degli assegnatari di case popolari,del movimento di lotta per la casa, a quelle dei lavoratori della sanità in lotta contro le privatizzazioni.Questi sono i compiti minimi che un partito comunista dovrebbe assolvere.Non c’è altro da fare che restare all’opposizione.

Questa è la situazione di Firenze, ma essendo Domenici impresentabile, data la situazione di RC, e dato che la segreteria rischia di vedersi messa in discussione è probabile che decida di non “rompersi le corna”.

Ritengo che la vera posta in gioco sia la regione Toscana, su quel piano le convergenze si fanno più ampie, anche perché Martini(attuale presidente della giunta regionale toscana NdR) ha cercato di presentarsi in diverse occasioni come un contraltare al governo nazionale (condono edilizio, autostrada Grosseto-Civitavecchia, Social forum europeo).

La situazione di Firenze è omogenea a ciò che succede su scala nazionale. A Salerno l’accordo era già stato fatto, ma il CPP aveva richiesto il ritiro dalla giunta e la risposta della direzione centrale è stata il commissariamento della federazione. Su “Liberazione” non c’è stato il minimo dibattito su questo.Nonostante possa essere un banco di prova della prossima stagione del Prc.

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