torna indietro

Nigeria

Il principale sindacato nigeriano, la Coalizione Lavoro e Società Civile (LASCO) ha indetto uno sciopero generale a partire dal 16 Novembre per protestare contro il rifiuto del governo a ritirare l’aumento dei prezzi del carburante imposti alla fine di Settembre. Questo sciopero sarà il settimo sciopero generale indetto nel paese fin dal Giugno del 2000 e il quarto solo quest’anno. Il Democratic Socialist Movement (il DSM, affiliato al CWI) ha svolto un ruolo principale sia in queste lotte e all’interno della stessa LASCO. Riproduciamo un articolo tratto dall’edizione di Novembre del giornale del DSM “Socialist Democracy” (Democrazia Socialista) che parla della situazione in Nigeria e i compiti che deve affrontare il suo movimento operaio. Potete scaricare l’intero giornale Socialist Democracy e altro materiale direttamente dal sito del DSM all’indirizzo www.socialistnigeria.org

I Sindacati indicono il settimo sciopero generale

Si scatena la rabbia dei lavoratori contro il governo che non abbassa il prezzo del carburante.

Democratic Socialist Movement, CWI Nigeria

Il governo capitalista del PDP guidato dal Generale Olusegun Obasanjo recentemente ha effettuato un ulteriore aumento del prezzo del carburante. Le masse lavoratrici in tutto il paese, rispondendo all’appello della Labour and Civil Society Coalition (LASCO), hanno scioperato per 4 giorni in Ottobre chiedendo la revoca totale di questi aumenti.

Tuttavia, il governo di Obasanjo ha ignorato questa richiesta fatta dalla maggioranza della popolazione nigeriana.

Questa è la principale ragione per cui la LASCO ha annunciato di iniziare uno sciopero indefinito in tutto il paese a partire dal 16 Novembre 2004. Noi del Democratic Socialist Movement (DSM) offriremo tutto il nostro appoggio e la nostra collaborazione a questa lotta facendo appello a tutti i settori delle masse lavoratrici e dei giovani di partecipare attivamente a questa lotta.

Per noi, comunque, la lotta non deve limitarsi soltanto a ottenere la revoca degli aumenti del prezzo del carburante ma deve essere condotta allo stesso tempo contro tutte le politiche anti-popolari che hanno avuto un effetto negativo sulle condizioni di vita dei lavoratori di tutto il paese. Il presidente dell’ NLC (Nigerian Labour Congress, la principale confederazione sindacale), Adams Oshiomhole, ha fatto secondo noi una giusta dichiarazione quando ha affermato che: “Questa lotta ora deve andare oltre il problema del prezzo del carburante per includere tutti quei problemi legati al crescente stato di disperazione e abbandono, ma soprattutto contro il regime politico che ha reso il dialogo completamente impossibile”.

La mobilitazione

Il blocco nazionale deciso dalla LASCO dall’11 al 14 Ottobre scorsi è stato un successo impressionante data la partecipazione di diversi settori di lavoratori in tutto il paese. Pertanto, per fare in modo che lo sciopero generale del 16 Novembre consegua un grosso risultato, dobbiamo delineare una strategia e una tattica in modo tale che questa volta si ottengano grandi successi nelle differenti zone del paese. La LASCO e tutte le organizzazioni al suo interno e coloro che appoggiano l’imminente azione dei sindacati dovrebbero iniziare a organizzare riunioni e assemblee di massa, volantinaggi ecc. tra i diversi settori dei lavoratori e dei giovani nei quartieri, nei posti di lavoro, nelle scuole ecc. con l’intento di disseminare l’informazione sufficiente dei pericoli che stiamo attraversando. Insieme a questo processo, bisogna costituire comitati di sciopero che comprendano tutti gli elementi attivi in appoggio all’imminente azione di massa sia a livello locale che nelle grandi città. Le attività di questi comitati tra le altre cose saranno quelle di coordinare in modo corretto le mobilitazioni prima e dopo l’azione di massa stessa.

Prospettive

Se la mobilitazione si svilupperà in modo sistematico sulla base di quanto sopra suggerito, il 16 Novembre l’azione di massa potrebbe avere più successo di quella avvenuta dall’11 al 14 di Ottobre. Primo, l’imminente azione di massa potrebbe avere più successo in termini di cosciente e massiccia partecipazione dei lavoratori dei differenti settori. Secondo, potrebbe avere più successo nel costringere l’apparentemente impenetrabile regime Obasanjo ad annullare gli aumenti del prezzo del carburante. Entrambi questi scenari sfortunatamente non saranno sufficienti a far comprendere quali sono gli altri problemi che hanno portato a questo sciopero generale e quelli posti dallo sciopero generale stesso.

Se la prossima azione di massa riuscirà ad attrarre la più grande partecipazione cosciente delle masse, si porrà il quesito di cosa fare contro il governo Obasanjo. Se un movimento di massa del genere lasciasse al potere il governo Obasanjo, potranno conseguentemente le masse aspettarsi che questo governo adotti una politica diversa e più popolare? In base alla nostra esperienza, il regime Obasanjo raddoppierà i suoi sforzi legalmente e politicamente per assicurarsi che tutti coloro che il regime vede come anelli di congiunzione tra i lavoratori e le organizzazioni della società civile vengano completamente liquidati. D’altra parte se l’imminente sciopero riuscisse ad ottenere la revoca degli aumenti, potranno le masse aspettarsi un arresto permanente dell’aumento incessante dei prezzi? Ancora una volta la risposta è NO. Sulla base del sistema capitalista che glorifica l’opulenza di pochi rispetto alla miseria delle masse, l’aumento dei prezzi del carburante insieme all’aumento dei prezzi del cibo, degli affitti, dell’istruzione, della sanità ecc. sono costretti ad aumentare sempre più.

Una irriducibile contraddizione

Tutte le politiche portate avanti dai parti e dai governi capitalisti in tutto il paese rivelano chiaramente che sono a favore dei ricchi e contro i poveri. Politicamente, tutto ciò che è stato fatto da questi governi capitalisti rivela un atteggiamento di disprezzo e repressione nel loro rapportarsi con le masse. Mentre predicano l’austerità per le masse, questi elementi continuano a vivere in un oltraggioso splendore. Totalmente indifferente rispetto ai problemi della vasta maggioranza dei lavoratori, Obasanjo sta nuovamente programmando di comprare un altro jet sperperando miliardi di naira (la moneta nigeriana) in modo tale da alleviare la sua inutile passione per i viaggi, ipocritamente presentati come viaggi d’affari per incontrare investitori stranieri.

Politicamente, il governo ha ottenuto il suo ufficio tramite la manipolazione, attraverso le armi, delle elezioni. Per questa ragione, il sentimento delle masse su questi argomenti conta poco o nulla. Ogni qualvolta le masse hanno cercato di bloccare gli obbiettivi del governo, questi ha fatto sempre ricorso alla repressione e alla violenza. La proposta di legge per emendare il Diritto del Lavoro, un emendamento che nella sua essenza è rivolto a distruggere ogni forma di resistenza di classe provano ancora una volta come la borghesia sia irrevocabilmente legata ad un regime politico ed economico lontano dai bisogni e dalle aspirazioni delle masse lavoratrici.

Il palliativo del comitato

La risposta del governo allo sciopero generale è stata quella di istituire un comitato guidato dal Senatore Ibrahim Mantu, il Presidente del Senato. Questo comitato è stato incaricato del compito di emanare dei palliativi che fungano da cuscino agli effetti dell’aumento dei prezzi dei prodotti del petrolio. In primo luogo l’esistenza di questo comitato è una aperta dichiarazione che il governo Obasanjo non ha nessuna intenzione di fermare le sue politiche anti-popolari compreso l’incessante aumento del prezzo del carburante. Prima dello sciopero nazionale di Ottobre, sia il Senato che la Camera dei Deputati avevano approvato rispettivamente delle risoluzioni dove si chiedeva il ritiro degli aumenti. Pertanto l’esistenza di questo comitato costituisce la prova inconfutabile che il regime da poco per dire nessun peso all’assemblea nazionale, uno dei principali organi della cosiddetta Nigeria democratica!

Dopo una prima serie di incontri, il comitato tra le altre cose si è raccomandato che il governo riduca o ritiri totalmente gli ultimi aumenti del prezzo del carburante. Per tutta risposta, il Presidente Obasanjo ha scritto una lettera al comitato dichiarando che questo organismo non ha nessun mandato a discutere dell’argomento dei prezzi e che non può raccomandare né la riduzione né la revoca del tanto odiato aumento. Comunque per dare l’impressione che il governo vada incontro ai bisogni delle masse lavoratrici, è stata data una somma pari a 100 milioni di naira ad ogni stato per sopperire all’effetto degli aumenti. A parte il fatto che questa somma è troppo magra per attivare la realizzazione di significativi programmi in favore delle masse, si trasformerà come al solito invece in un beneficio personale dei governatori statali e dei loro amiconi che erano amareggiati del fatto che solo Obasanjo e la sua cricca potessero avere accesso alle eccedenze di denaro prodotte dall’incremento delle vendite del greggio a livello internazionale.

Sembra che il presidente del comitato, il Senatore Mantu, a quanto dice la stampa nazionale ha dichiarato che Obasanjo abbia dato il permesso al comitato di discutere dell’argomento della stabilità dei prezzi a lungo termine. Questa cosiddetta nuova posizione è a questo punto una ripetizione della vecchia posizione secondo la quale il governo non intende revocare il recente aumento! L’amara conclusione che possiamo trarre da tutto ciò, è che questo regime e l’ingiusto sistema che difende non ha niente da offrire alle masse lavoratrici.

Il passo successivo

Anche se lo sciopero generale riuscirà ad ottenere la revoca del già citato aumento, saranno inevitabili in futuro ulteriori incrementi dei prezzi fino a quando il sistema capitalista guidato dal profitto continuerà ad esistere in Nigeria.

Per garantire la disponibilità e l’approvvigionamento dei prodotti petroliferi in modo permanente per venire incontro ai bisogni primari e alle aspirazioni dei lavoratori, bisogna disfarsi dell’attuale strategia economica guidata dal profitto. I lavoratori, invece di un sistema che rafforza la proprietà privata individuale, devono lottare affinchè le principali sfere dell’economia come l’industria, la terra, le banche e le istituzioni finanziarie ecc. siano sotto il controllo pubblico e la gestione democratica dei lavoratori stessi e dove l’essenza della produzione e dell’organizzazione sia a beneficio di tutti e non già per il profitto privato di pochi.

Ma come abbiamo sempre cercato di spiegare noi del DSM, questo tipo di programma economico può essere solamente avanzato attraverso un governo rivoluzionario dei lavoratori e dei contadini poveri e costruito sulla base del socialismo scientifico. Si, questo è un ordine del giorno che apparentemente va oltre le capacità del convenzionale sindacalismo borghese ed è proprio per questa ragione che noi del DSM abbiamo sempre difeso l’idea che vengano prese delle iniziative concrete per organizzare una conferenza pan-nigeriana del Nigeria Labour Congress (NLC), del Trade Union Congress (TUC), della Conference of Free Trade Union (CFTU), del Joint Action Forum (JAF), del National Conscience Party (NCP), ecc. in modo tale da costruire un programma politico dei lavoratori con l’obbiettivo di strappare il potere politico all’attuale rovinasa classe capitalista.

Politicamente, il capitalista si dice a favore della democrazia ma in realtà inganna le masse escludendole completamente dalla politica. Dal punto di vista dei lavoratori, la vera democrazia implica il coinvolgimento attivo delle masse stesse nella risoluzione dei principali problemi delle loro condizioni di vita. Quanto reddito viene creato? Come e per cosa viene speso questo reddito? Chi sono gli elementi coinvolti e che eseguono queste spese? Sono eletti o sono nominati? Se sono eletti o nominati, le masse hanno i mezzi pratici per revocare questi elementi in qualsiasi momento quando non servono più i loro interessi? Se vengono concessi dei contratti alle imprese, come eserciterebbero le masse il controllo sul loro operato?

Senza questo tipo di approccio rivoluzionario, l’attuale decomposizione e il saccheggio del denaro pubblico da parte dei funzionari continuerà ad aumentare. Perciò, visto che ci stiamo preparando allo sciopero generale del 16 Novembre, esiste la necessità di armare questo movimento dei lavoratori con i giusti slogan che chiedano il cambiamento di regime e di società. Se non verrà adottato questo metodo, l’attuale movimento presto o tardi diverrà disorientato e demoralizzato.

inizio