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Primo Maggio 2004

LA LOTTA CONTRO L’OCCUPAZIONE IMPERIALISTA E IL CAPITALISMO

Dichiarazione del CIL/CWI

Per una alternativa socialista

Il Primo Maggio 2004 ha luogo durante un periodo di crescenti massacri e agitazioni in Iraq. Il conflitto è al centro della politica mondiale. I lavoratori e i giovani in tutto il Mondo, guardano con orrore agli eventi che si susseguono in Iraq. Allo stesso tempo, la ricorrenza del Primo Maggio vedrà non solo le manifestazioni per la giornata dei lavoratori, ma anche le proteste contro l’occupazione imperialista dell’Iraq.

Il CIL/CWI fa appello alla solidarietà internazionale fra i lavoratori in difesa del popolo irakeno dagli attacchi imperialisti e per l’immediato ritiro di tutti gli eserciti dall’Iraq. Il CIL/CWI lotta per il cambiamento del sistema, per l’abbattimento del capitalismo. Solo la creazione di una società socialista – una società basata sui bisogni delle masse e non sui profitti – potrà porre fine alle guerre e alla povertà. La guerra e l’occupazione dell’Iraq si sono rivelate come una “falsa vittoria” per l’imperialismo.

Per l’unica superpotenza, una cosa è stata battere l’esercito demoralizzato di Saddam, ma è completamente diverso occupare e governare un intero paese. Il “Vietnam di Bush” ha messo in evidenza tutte le profonde contraddizioni del “capitalismo” globale. Milioni di lavoratori, specialmente la nuova generazione, possono vedere adesso la vera natura del sistema del profitto, che porta con sè guerre,sfruttamento e crisi economica.

Dall’aggressione imperialista in Afghanistan e nel Medio Oriente, il mondo è divenuto più instabile e pericoloso. Alcuni settori poveri e alienati rispondono alla repressione con il terrorismo. I devastanti attentati e gli attacchi dei gruppi estremisti islamici, hanno avuto luogo dall’Arabia Saudita all’Uzbekistan, alla Siria, come a Madrid. Il CIL/CWI si oppone al sistema capitalista e all’imperialismo,ma anche al terrorismo individuale, in quanto questi attacchi giocano a favore delle forze reazionarie. L’ estremismo islamico non è la soluzione adatta per i lavoratori e gli oppressi. Si tratta di una ideologia reazionaria, che è contro i lavoratori e le donne. Solo la lotta di classe contro il capitalismo e i regimi di destra, possono mostrare la via per la soluzione di tutti i mali. La montagna di menzogne e la propaganda degli USA usate per giustificare la guerra e l’occupazione dell’ Iraq deve essere smascherata. La politica di conquista imperialista di Bush sta provocando migliaia di morti tra i civili, soprattutto donne e bambini. Migliaia sono stati i morti avvenuti nelle ultime settimane nei duri combattimenti a Fallujah, Najaf, Baghdad, Bassora e in altre città. Centinaia di soldati americani, in maggioranza reclute arruolatesi più che altro per ragioni economiche, stanno tornando a casa…nelle bare. Migliaia di irakeni sono stati incarcerati nei campi di prigionia gestiti dagli USA.

Alla fine di aprile, Bush pose fine al “cessate il fuoco” nella città assediata di Fallujah , facendo bombardare i quartieri operai della città. Gli USA hanno voluto sottomettere e umiliare il popolo di Fallujah, che oggi è il simbolo della resitenza all’occupazione. Lo stato d’assedio di quasi un mese della città ha provocato più di 700 morti e 70 mila rifugiati. La maggioranza della popolazione di Fallujah non ha acqua, elettricità né servizi igienici.

L’aumento del numero dei morti provoca odia in tutto il mondo arabo mussulmano e a livello internazionale. L’Autorità Provvisoria sta promovendo una occupazione illegale e brutale che nega i principali diritti umani e democratici. E’ chiaro, dunque, per la maggioranza delle persone che l’invasione dell’Iraq non ha nulla a che vedere con la “liberazione” e la “democrazia”. Milioni di irakeni non hanno acqua potabile e l’elettricità, e giornalmente convivono con il crimine e la violenza generalizzati. L’AP nega i più elementari diritti sindacali. Questa guerra non è servita ad altro che a garantire e estendere il potere, il prestigio e l’influenza dell’imperialismo americano in Medio Oriente, e chiaramente, ad ottenere il controllo dei “vitali” giacimenti di petrolio. Bush vuole che l’Iraq diventi uno stato fantoccio e “cliente" degli USA.

Nella sua arroganza, il governo di Bush non immagina le conseguenze dell’invasione. Oggi l’occupazione si basa ancora una volta nell’uso crescente della oppressione militare in Iraq, e allo stesso tempo attaccando le libertà civili negli USA.

Un riflesso del disperato ragionamento dei neo-conservatori della Casa Bianca si può vedere in un recente articolo del giornale pro-governativo “The Wall Street Journal” del 18-04-04. L’articolo intitolato “Ripensare l’Armageddon”, fa sapere che il Dipartimento della Difesa, del Pentagono abbia dichiarato che : “ non sarà necessario utilizzare armi nucleari di bassa intensità” , contro “gli stati canaglia e terroristi” .

Le forze di occupazione hanno incontrato una seria resistenza dopo la caduta della brutale dittatura di Saddam. Malgrado i disperati tentativi della Casa Bianca di presentare la resistenza se fosse promossa da settori “fedeli a Saddam” e dai “terroristi di Al Qaida” , la realtà è che ora tanto la popolazione sunnita quanto quella sciita si oppongono alla occupazione e in molti hanno imbracciato le armi. Questo segna l’inizio di una rivolta nazionale, una ribellione contro la Coalizione e i suoi collaboratori.

Dopo settimane di lotta, gli USA sono stati incapaci di contenere la resistenza, malgrado l’enorme superiorità militare. Usare la forza bruta per rimuovere figure d’opposizione come lo sciita Muqtal al Sadr a Naiaf servirà solo a provocare una crescita dell’opposizione e dei conflitti. Gli USA non hanno forze per contenere sia una ribellione degli sciiti e allo stesso tempo per sconfiggere la resistenza sannita.

Gli invasori non hanno nessuna autorità

Odiati, gli invasori non hanno nessuna base di appoggio nella società irakena. La marionetta degli USA chiamata “Autorità Provvisoria” è disprezzata dagli irakeni. La seconda più grande forza armata in Iraq, dopo l’esercito americano, è composta da mercenari stranieri. Secondo l’esercito americano, il 40% delle forze addestrate in Iraq dall’imperialismo “sono tornate a casa” e il 10% “ha cambiato bandiera” dopo che gli USA si sono mossi contro Muqtad al Sadr. Nell’intento di salvare la propria pelle, il governo Bush sta cercando adesso di coinvolgere l’ONU nell’amministrazione dell’Iraq, Alcuni settori della Sinistra vedono come positivo che l’ONU giochi un ruolo in questo conflitto. Fanno appello affinché le truppe dell’ONU siano inviate in Iraq e per dimostrare la loro “sensibilità” suggeriscono che ne facciano parte anche le nazioni arabe e musulmane.

Ma l’ONU non è un organismo neutrale che agisce sotto astratti principi di giustizia, diritti umani ecc. Si tratta di una organizzazione di stati nazionali dominata dalle grandi potenze capitaliste. In fin dei conti, fu l’ONU che eseguendo gli ordini degli USA e degli altri paesi imperialisti, ha imposto un decennio di sanzioni all’Iraq, provocando la morte di più di un milione di irakeni. Un coinvolgimento dell’ONU in Iraq, indipendentemente dalla composizione delle sue forze, è solo un’altra forma di dominazione imperialista. L’amministrazione dell’ONU in Afghanistan, come nei Balcani ecc. , non è altro che una dominazione imperialista sotto una maschera diversa.

Gli USA continueranno a mantenere una enorme presenza in Iraq dopo la “ritirata” del 30 Giugno e decideranno tutte le principali questioni del governo. Una “nuova amministrazione” non avrà nessun potere di sovranità, né per quanto riguarda il controllo del territorio né sulle forze armate.

Il potere reale sarà nelle mani di John Negroponte, il proconsole designato dagli USA per l’Iraq. Questi ha collaborato alla creazione di “squadroni della morte” in America Centrale durante gli anni ’80.

Il segretario di stato americano, Colin Powell, ha tentato di spiegare le sue aspettative sulle relazioni tra gli USA e il futuro governo irakeno: “Spero che loro capiscano che, perché questo governo si stabilisca e funzioni, per far sì che sia effettivo devono cedere parte della loro sovranità, o in altri termini che sia auto-limitata…sono loro che dovranno permetterci di esercitare a loro nome e con il loro permesso”.

Il CIL/CWI sostiene l’immediato ritiro delle forze imperialiste dall’Iraq. Sosteniamo iniziative che unifichino i sunniti, gli sciiti, i kurdi e tutti gli altri gruppi nella lotta per espellere l’imperialismo.

Sosteniamo la necessità di costruire milizie operaie ,controllate democraticamente. In mancanza di forti organizzazioni di classe, c’è il serio pericolo che la situazione in Iraq possa degenerare in una guerra civile, etnica e religiosa.

Solo la classe operaia irakena può trovare la strada per porre fine all’occupazione e allo sfruttamento, attraverso una lotta di massa per un radicale cambiamento. L’Iraq ha una ricca storia di lotta di classe. Solo con le proprie organizzazioni indipendenti, la classe operaia irakena, con l’aiuto delle masse del mondo Arabo, può lottare per cacciare l’imperialismo. La costruzione di organizzazioni di classe può richiedere del tempo per il suo sviluppo, ma è l’unica via da seguire.

L’ “alternativa” dei movimenti politici islamici rappresenta una strada senza uscita per le masse, come lo dimostrano gli esempi dell’Iran e dell’Afghanistan. Solo un movimento socialista di massa, contro l’imperialismo, le sue marionette e il sistema del profitto, può conquistare l’autentica liberazione nazionale e sociale.

Esiste un forte sentimento tra i lavoratori nord-americani coscienti che bisogna fare qualcosa per liberarsi di Bush alle prossime elezioni presidenziali. Questo si riflette nella cosiddetta “opzione del male minore”, che indica di votare per il candidato del Partito Democratico: John Kerry. Ma Kerry, il senatore più ricco degli USA, sostiene esso stesso gli obbiettivi dell’occupazione dell’Iraq e della politica di Sharon. Kerry sostiene l’ivio di altre truppe in Irak. Se venisse eletto alla Casa Bianca, continuerebbe le politiche neoliberiste di attacchi contro i lavoratori e i poveri. Anche se esistono alcune differenze “tattiche” tra i Repubblicani e i Democratici, non ci sono differenze sostanziali tra questi due partiti.

La sezione USA del CWI (Socialist Alternative) appoggia la campagna presidenziale di Ralph Nader. Anche se questo candidato non difende un programma socialista, rappresenta una alternativa radicale ai due partiti dei grandi capitalisti. Egli sta cquistando l’appoggio di molti lavoratori e giovani grazie alle sue critiche alle grandi multinazionali e alla guerra in Iraq. Il CWI sostiene che la campagna elettorale di Nader venga utilizzata dagli attivisti sindacali, del movimento popolare e della gioventù radicalizzata, come piattaforma per il lancio di un nuovo movimento per un nuovo partito di massa dei lavoratori.

Anche in Europa, esiste un forte sentimento contro i governi di destra e favorevoli alla guerra, così come in Australia e in altre parti del mondo. I neo-conservatori e i settori favorevoli alla guerra sono preoccupati. Bush,Blair e Berlusconi posso seguire lo stesso cammino del governo di Aznàr in Spagna. La stessa decisione del governo giapponese di inviare truppe in Iraq ha polarizzato quel paese e messo sotto pressione il governo.

Il forte sentimento di opposizione agli attuali governi si è manifestato drammaticamente in Spagna, dove i lavoratori hanno provocato un terremoto politico e hanno rimosso con i loro voto il governo di destra del Partido Popular lo scorso marzo. A seguito del tentativo di Aznàr di addossare falsamente la colpa degli attentati alla stazione di Madrid all’ETA. Il popolo spagnolo ha manifestato contro il terrorismo reazionario dell’estremismo islamico ma allo stesso tempo ha rigettato il governo pro-guerra e pro-mercato del Partido Popular.

In molti paesi, i partiti socialdemocratici all’opposizione saranno i maggiori beneficiari di questi sentimento anti-guerra e anti-neoliberista. Ma questi partiti non rappresentano una soluzione ai problemi dei lavoratori. In Spagna sotto l’enorme pressione della popolazione, il governo del PSOE (Partito Socialista) di J.R.Zapatero sta ritirando le truppe dall’Iraq. Il Partito Laburista in Australia promette di fare lo stesso se cadrà il governo di J.Howard alle elezioni che si terranno alla fine di quest’anno.

Comunque, a parte il ritiro delle truppe e l’adozione di una retorica opportunista, i socialdemocratici sono partiti essenzialmente pro-capitalisti. Una volta al potere, saranno costretti a seguire una politica di tagli e attacchi ai diritti dei lavoratori e alle loro condizioni di vita, e questo è dimostrabile ampiamente.

Le illusioni che alcuni lavoratori e giovani possono avere nei confronti di questi partiti si disperderanno una volta arrivati al governo. Il governo della SPD in Germania, che è stato riconfermato nel 2002, dovuto parzialmente alla sua posizione contro la guerra, oggi sta adottando una durissima politica di tagli sociali.

Il CWI fa appello alla formazione di nuovi partiti di massa dei lavoratori. Inoltre è disposto a lavorare nei movimenti e nelle elezioni insieme ad altre genuine organizzazioni di sinistra e dei lavoratori.

La sezione tedesca del CWI (SAV) sta lavorando insieme ad altre organizzazioni di sinistra in varie regioni di quel paese per presentare una alternativa al governo della SPD e ai partiti di destra.

Il CWI partecipa alle elezioni anche sotto la sua propria bandiera ed ha conquistato seggi nei parlamenti locali e nazionali in vari paesi, come in Irlanda , Gran Bretagna e Svezia. Candidati del CWI per le elezioni europee in Giugno verranno presentati in Irlanda,Svezia e Belgio, sempre in opposizione alla Unione Europea dei padroni e facendo appello alla solidarietà internazionale tra i lavoratori.

Il CWI in Polonia, Repubblica Ceca e in altri paesi dell’Europa dell’Est mettono in guardia i lavoratori dicendo loro che l’incorporazione di dieci nuovi stati nell’Unione Europea non significa la fine della povertà e dello sfruttamento. In pratica i nuovi paesi membri dell’UE finiranno per essere usati dai padroni come fonte di mano d’opera a basso costo.

Le sezioni del CWI inoltre giocano un ruolo importante come tendenze di vari partiti di sinistra, come il Partito Socialista Scozzese (SSP) o il Partito Socialista d’Olanda. Il CWI per esempio, gioca un ruolo chiave nella difesa di politiche socialiste all’interno del Partito Socialista Scozzese. Lavoriamo per costruire questi partiti sulla base di un programma che promuova le vere idee del socialismo e che resistano alle inevitabili pressioni a capitolare di fronte alle politiche riformiste.

Non esistono garanzie che queste nuove formazioni di sinistra ottengano delle vittorie immediate.Questo in ultima istanza dipende dal programma e dalle idee adottate, ma anche da una chiara posizione di indipendenza di classe. In Brasile il trionfo elettorale di Lula e del suo partito il PT (Partito dei Lavoratori), ha illuso i lavoratori e i poveri, con la promessa di reali cambiamenti.

Sfortunatamente, il governo di Lula ha dimostrato ampiamente che non è preparato a rompere con il capitalismo. Al contrario, ha portato avanti una politica contraria agli interessi dei lavoratori, provocando una grande opposizione al suo governo. Tutto il settore pubblico sta entrando in sciopero. I Sem Terra hanno effettuato più di 80 occupazioni di campi nel solo mese di Aprile. In questo nuovo scenario il CWI sta lavorando assieme ad altre forze della sinistra in Brasile per lanciare una nuova alternativa di sinistra al PT.

La lezione di Haiti

In Venezuela, le forze della reazione hanno cercato ripetutamente di abbattere il regime populista di sinistra di Hugo Chavez. A parte questo, per garantire il processo rivoluzionario che ha avuto inizio in Venezuela i lavoratori hanno bisogno di costruire organizzazioni indipendenti e prendere il controllo dell’economia, principalmente l’industria del petrolio. Un governo degli operai e dei contadini con un programma socialista rivoluzionario rappresenterebbe un faro per il resto del continente latino-americano che vedrebbe nascere altri movimenti di massa. Se venisse appoggiata dai lavoratori e dai giovani del Nord America, la rivoluzione Venezuelana diventerebbe invincibile per la contro-rivoluzione capitalista.

La rimozione del presidente Aristide ad Haiti mediante un golpe appoggiato dagli USA all’inizio di quest’anno, suona come un allarme per i lavoratori del Venezuela e di tutta l’America Latina e Centrale. Aristide, un ex-parroco radicale, non ha promosso nessun reale cambiamento per le masse piu’ povere del nord del paese. Comunque i neo conservatori di Washington non potevano continuare a sostenere il populismo inoffensivo di Aristide e il suo appoggio, comunque debole, tra gli abitanti delle favelas. Washington con l’aiuto di ex-ufficiali dell’esercito haitiano e altri settori reazionari, ha obbligato Aristide a lasciare il paese. Ora le masse haitiane dovranno subire un regime di destra, brutale e molto piu’ filo-americano del precedente.

La stessa urgente necessita’ di una alternativa di classe e’ evidente in Africa e Asia. I militanti del Movimento Socialista Democratico (DSM), la sezione nigeriana del CWI, stanno giocando un ruolo decisivo all’interno del maggior partito di opposizione, l’ NCP inoltre lottano nei sindacati sostenendo un deciso programma contro l’aumento dei prezzi, dei combustibili e tutti gli altri attacchi ai lavoratori.

La rielezione al governo in Sud Africa da parte dell’ ANC (African National Congress), rieletto nonostante una bassa affluenza alle urne, non e’ dovuto a un appoggio di massa dei lavoratori e dei poveri al programma neoliberale di Trabo Mbeki.

In realta’ l’ANC continua a mantenersi in sella al governo grazie al suo passato di lotta contro l’apartheid e anche grazie all’assenza di una alternativa socialista di massa. Questa alternativa si costruira’ attraverso le lotte.

Grandi iniziative sono state organizzate per opporsi ai piani di privatizzazione del governo dell’ANC in Sud Africa. Il DSM, sezione sudafricana del CWI, partecipa a queste lotte.

E insieme al Movimento Socialista Studentesco, il DSM è coinvolto nelle lotte studentesche, come l’attuale campagna all’Università di Witwatersrand, iniziata dopo che l’Amministrazione ha deciso di tagliare le borse di studio della metà.

L’unità dei lavoratori al di là delle differenze religiose, tribali,etniche e nazionali è una necessità per poter presentare una alternativa al potere dei capitalisti e dei latifondisti del mondo neocoloniale.

Il fallimento del governo di Megawati in Indonesia nel rispondere alle aspettative delle masse dopo che un movimento rivoluzionario che ha abbattuto la dittature di Suharto alla fine degli anni ’90, si è visto nei magri risultati elettorali del suo partito.

L’assenza di una opposizione socialista di massa in questo vasto arcipelago, può degenerare in conflitti etnici, religiosi e nazionali.

Il Partito Socialista Unificato (United Socialist Party), sezione del CWI in Sri Lanka, ha ottenuto recentemente importanti risultati nelle elezioni nazionali. Il PSU è stato l’unico partito di sinistra che è riuscito a presentarsi sia nell’area Cingalese che tra il popolo Tamil. Il CWI in India,Kashmir e in Pakistan difende l’unità della classe operaia e il socialismo come alternativa alla barbarie del capitalismo, del comunalismo e dell’oppressione nazionale.

La condizione del “Terzo Mondo”

Negli ultimi anni abbiamo visto enormi movimenti di opposizione e di rivolta popolare in Asia e in America Latina. Questa è la conseguenza delle terribili condizioni di vita delle masse nel cosiddetto “terzo mondo”.

Dall’inizio degli anni ’80, il numero di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno è raddoppiato, passando dai 164 milioni a 314 milioni di persone.Più di mezzo miliardo della popolazione africana vivono con meno di due dollari al giorno.

Disoccupazione e lavoro nero sono endemici nel capitalismo. Secondo l’Organizzazione Mondiale del Lavoro (OML), La disoccupazione mondiale ha raggiunto lo scorso anno la cifra record di 185,9 milioni di persone malgrado “la maggiore crescita globale”.

I giovani rappresentano il 14,4% della popolazione disoccupata a livello mondiale. Sempre secondo l’OML, il numero dei "lavoratori poveri" nel mondo sia di 550 milioni, l’aspettativa di vita si sta abbassando e la mortalità infantile sta aumentando nei paesi più poveri del mondo,e sta crescendo la disuguaglianza nell’accesso ai servizi sanitari a livello globale.

In tutto il mondo, 60 milioni di persone sono malate di AIDS, una malattia che uccide migliaia di persone ogni giorno, principalmente in Africa. A livello mondiale, 840 milioni di persone sono denutrite. Meno di 96 paesi non sono nelle condizioni di fornire una formazione scolastica, in pratica circa 104 milioni di bambini non ricevono nessun tipo di educazione anche la più elementare.

Allo stesso tempo, il governo di Bush ha speso l’astronomica cifra di 20 miliardi di dollari per preparare la sua guerra coloniale contro il popolo irakeno e molti milioni di dollari in più per l’occupazione del paese.

Il governo degli USA ha abbassato le tasse per i super-ricchi della classe dominante statunitense.

Le masse del mondo neocoloniale non accettano passivamente questo status quo. Il peggioramento delle condizioni economiche e sociali, unito alla corruzione e alla oppressione delle classi dominanti sta portando le masse alla ricerca di alternative.

Anche nei paesi occidentali, i marxisti stanno costruendo una alternativa ai partiti di destra. Il CWI in Germania (SAV) è stato tra le prime organizzazioni di sinistra ad avviare le proteste e le manifestazioni contro il programma di tagli sociali del governo di Schroeder. Circa 100.000 persone hanno marciato per le strade di Berlino lo scorso novembre. Questa è stata la scintilla che ha messo in moto un movimento di circa mezzo milione di persone che hanno marciato contro le “riforme” i varie città tedesche il 3 Aprile di quest’anno. Il SAV sta aiutando l’organizzazione di importanti reti di attivisti di base nei sindacati più importanti, come il “Ver.di” (sindacato della funzione pubblica). Anche se il tutto si trova in una fase iniziale, queste organizzazioni di attivisti rappresentano l’inizio della lotta dei membri sindacali contro i burocrati di destra per riappropriarsi dei sindacati.

Gli anni ’90 sono stati segnati dalla svolta a destra dei dirigenti sindacali. Il numero di iscritti ai sindacati è crollato e c’erano pochi delegati sindacali nei luoghi di lavoro.

Molti lavoratori mal pagati, part-time e precari sono stati lasciati senza organizzazione sindacale. In vari paesi, il CWI è coinvolto nella lotta per organizzare questi lavoratori, in maggioranza giovani. Il movimento “Unite!”, campagna contro i salari bassi in Australia, ha ricevuto ampie attenzioni da parte di giornali e televisioni e costretto alla difensiva i padroni della regione centrale di Melbourne.

Dopo dieci anni in cui, le condizioni di vita sono crollate, come risultato della disastrosa restaurazione del capitalismo, nell’ex Unione Sovietica una nuova generazione di giovani sta cercando una via d’uscita. Per dieci anni è stato promesso ai russi un “capitalismo di tipo nordamericano”, ma invece, i livelli di vita si sono abbassati a condizioni inferiori rispetto a quelli della stessa Unione Sovietica.

L’aumento del prezzo del petrolio è la principale ragione per cui l’economia è fluttuante in questa regione. In Ucraina, che è il secondo Stato della regione per numero di abitanti, un terzo della popolazione vive in povertà. Il Presidente russo Putin si è mantenuto al potere bloccando qualsiasi reale opposizione. Egli sta aumentando i suoi poteri e le ambizioni imperialiste dell stato russo. Allo stesso tempo continua la sanguinosa guerra in Cecenia. Anche in Georgia, esiste un conflitto armato tra il governo centrale di Mikhail Saakashvili e la provincia di Ajara. Dopo la cosiddetta “Rivoluzione delle Rose” che ha destituito il governo corrotto di Shevardnadze lo scorso Novembre, il governo di Saakashvili, appoggiato dagli USA, ha fallito nel venire incontro alle esigenze della popolazione georgiana.

L’economia è debole e il popolo vive in povertà. In queste condizioni, è molto probabile che si intensifichino i conflitti tra un debole governo centrale e forze separatiste regionali, comprese l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud. In una situazione di guerra civile chi ci perde di più è la classe operaia.

Questo si è visto chiaramente nella ex Jugoslavia, dove morirono centinaia di migliaia di persone in dieci anni di guerra. Comunque, l’amministrazione ONU non ha garantto nessuna soluzione. Esercita il suo potere in forma anti-democratica e al servizio delle grandi potenze e del grande capitale. Restano in piedi le divisioni etniche e nazionali. Recentemente è esploso un conflitto in Kosovo tra albanesi e serbi. Miglia di serbi hanno subito la “pulizia etnica”. Le comunità nazionali inoltre si sono scontrate con le truppe ONU.

I militanti del CWI nell’ex Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est lottano per una politica di indipendenza di classe e per la costruzione di organizzazioni di lavoratori per unire la classe operaia oltre le differenze etniche e nazionali.

La minaccia dell’estrema destra

L’estrema destra, i partiti neofascisti e populisti di destra come il BNP in Gran Bretagna o il Vlaams Blok in Belgio, tentano di ottenere voti in una situazione di crescente alienazione dei giovani di fronte al sistema politico corrotto e a favore del mercato. Sono aiutati in questo loro scopo dalla demagogia e dalla politica anti-immigrazione dei politici e dei governi.

All’inizio di quest’anno, il governo Chirac in Francia, ha introdotto una legge che proibisce l’uso nelle scuole del hijab (il velo) per le donne mussulmane. Il governo si è prodigato a presentare questa sua iniziativa come un atto “progressista” e purtroppo alcuni settori di sinistra hanno appoggiato questa misura coercitiva.

Il CWI in Francia si è opposto a questa proibizione affermando che questa misura avrebbe aiutato i razzisti e anche rafforzato la posizione dei dirigenti reazionari della popolazione mussulmana, dividendo ancora una volta questa comunità. E’ un errore credere che una legge,proibendo alle studentesse di indossare il velo nelle scuole, potrà “liberarle”. Solo una lotta unificata della classe lavoratrice, che superi le differenze religiose, razziali e sessuali , può conquistare veri diritti per le donne.

Comunque, le recenti elezioni locali e regionali in Francia, che hanno visto perdere pesantemente il governo Chirac a favore del Partito Socialista Francese, hanno dimostrato come Chirac non è stato capace di sfruttare la questione razziale come voleva.

Il governo dei partiti Fianna Fail e dei Democratici Progressisti in Irlanda, ha promosso un referendum per impedire che i figli degli immigrati nati in Irlanda vengano considerati automaticamente irlandesi.

Il governo olandese (un governo di coalizione) del Primo Ministro Bakenende vuole obbligare più di 20.000 rifugiati a ritornare nei loro paesi di origine che sono colpiti dalle guerre e dalla povertà. In entrambi i casi, questi governi di destra tentano di deviare l’attenzione dai gravi problemi sociali dei loro paesi che hanno contribuito a peggiorare.

La sezione olandese del CWI, Offensief, sostiene le proteste di massa contro la vile espulsione dei rifugiati. Il deputato del Socialist Party (Partito Socialista), sezione irlandese del CWI, Joe Higgins, ha dichiarato che il governo ha manipolato la questione razziale e tentato di usare gli immigrati come capro espiatorio allo stesso modo in cui ha provato a demonizzare gli attivisti del movimento che era nato contro la Bin Tax (una tassa locale sui cassonetti della spazzatura!) a Dublino lo scorso anno. In questo movimento il Socialist Party ha svolto un ruolo centrale nella lotta di massa contro la Bin Tax e lo stesso J.Higgins e altri membri e rappresentanti del partito, cosi come altri attivisti sono stati arrestati per aver lottato contro questa imposta iniqua.

Il CWI lotta per il pieno impiego e per massicci investimenti pubblici per la costruzione di case, per la salute e l’educazione per togliere il terreno sotto ai piedi ai razzisti, ai fascisti e ai populisti di destra. Tutto ciò deve essere legato alla lotta per costruire nuovi partiti di massa della classe operaia.

1974 - 2004: 30° Anniversario del CWI

Oltre a commemorare il Primo Maggio, quest’anno ricorre il 30° Anniversario della Conferenza che portò alla fondazione del CWI. L’anno 1974 si trovava ancora sotto l’influenza dei poderosi eventi rivoluzionari del 1968 in Francia, quando gli studenti e 10 milioni di lavoratori furono i protagonisti di un poderoso sciopero generale.

L’inizio degli anni ’70 fu segnato dai grandi movimenti dei giovani e dai fermenti nei sindacati e nei partiti operai a favore della campagna contro la guerra in Vietnam.Poco tempo dopo la Conferenza del CWI si assistette ad una rivoluzione in Portogallo che pose fine al regime militiare.

Fu in questo periodo, che il CWI si pose il compito di aiutare la costruzione di una nuova Internazionale della classe operaia. Le altre organizzazioni di sinistra avevano fallito nell’offrire un programma e le prospettive per la nuova situazione mondiale che si apriva in quel periodo. D’altra parte, il CWI enfatizzò l’importanza della classe operaia e conquistare alle idee socialiste i lavoratori e i giovani. Con il suo potenziale e la coscienza collettiva, la classe operaia è la forza decisiva del pianeta.

Trent’anni dopo, il CWI costituisce una presenza importante in Europa ed ha fondato sezioni e collaboratori in tutti i continenti, dall’Australia alle Americhe. Oggi la più grande sezione del CWI è in Africa, in Nigeria, dove i lavoratori convivono con un alto tasso di povertà, corruzione e divisioni etniche e nazionali.

Il CWI all’inizio, diresse e partecipò a molte campagne e lotte. Tra queste è da menzionare la lotta dei 47 consiglieri di Liverpool negli anni ’80 e la vittoriosa lotta contro la Poll Tax (imposta sul salario) in Gran Bretagna che ha dato un contributo importante a far cadere la Tatcher.

Il CWI riuscì a costruire una base importante nei luoghi di lavoro e nei quartieri operai. In Irlanda (Nord e Sud), Scozia, Inghilterra e Galles, e in altri paesi, il CWI ha conquistato posizioni di direzione negli esecutivi nazionali dei sindacati. Molti altri esempi si possono portare delle lotte e dei successi del CWI negli ultimi 30 anni. Quello che è chiaro è che la traiettoria e la situazione attuale del CWI rappresentano un passo importante nel cammino che porta ad una nuova Internazionale operaia di massa. Il Primo Maggio del 2004 è segnato dalla azione congiunta dei sindacalisti, attivisti contro la guerra e anti-capitalisti che sono scesi in piazza nelle manifestazioni. Ovviamente settori della classe media hanno annunciato la morte dei movimenti anti-capitalisti. Ma questo è ampiamente smentito. Le prime fasi delle proteste anticapitaliste furono in gran parte un tutt’uno con i grandi movimenti antiguerra, nei quali milioni di persone hanno preso parte in tutto il mondo. Fino a quando continueranno ad esistere il capitalismo e l’imperialismo continuerà ad esserci la povertà e lo sfruttamento ma anche la resistenza di massa.

I lavoratori e i giovani in particolare si alzeranno per protestare contro le ingiustizie del sistema. Grandi proteste continueranno a svilupparsi attorno alla questione dell’Irak, ma anche su altri temi, come la povertà del “Terzo Mondo”, il mercato ingiusto, il commercio di armi e i gravi problemi ambientali. Molti giovani sono indignati di fronte alla distruzione dell’ambiente da parte del capitalismo globale. Secondo l’Osservatorio Internazionale sui Cambiamenti Climatici, un quarto degli animali e delle piante terrestri si estingueranno nei prossimi 50 anni a causa della distruzione e dell’aumento della temperatura terrestre, causato principalmente dalle multinazionali. Ancora una volta i lavoratori e i giovani di tutto il mondo arriveranno alla conclusione della necessità di un proprio partito per porre fine a questa distruzione ambientale senza precedenti, per resistere all’imperialismo e alla guerra e per trasformare la società. Attraverso la lotta globale vedranno la necessità di costruire una grande Internazionale dei Lavoratori.

Nel suo trentesimo anniversario, il CWI riafferma il suo ruolo come parte della lotta per raggiungere questo obbiettivo.

No all’imperialismo e al capitalismo – Fuori le truppe dall’Irak e dal Medio Oriente! Unisciti al CWI nella lotta per una nuova Internazionale operaia di massa! Lotta per il socialismo mondiale!

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