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La rivoluzione: un movimento di massa cosciente

La lotta di classe è il motore della storia

L'uomo, dalla notte dei tempi, per una combinazione di qualità che gli sono proprie ha cercato di controllare le condizioni naturali che lo circondavano per migliorare la vita. La socializzazione ha permesso la comunicazione tramite la parola, il suo cervello si è sviluppato, le sue mani gli sono servite per fabbricare degli attrezzi.

In un primo tempo, questi gli permesso di migliorare il quotidiano (lance ed archi per procacciarsi più di cibo), poi di produrre per sé ciò che la natura non gli forniva più a sufficienza (nascita dell'allevamento e dell'agricoltura). Poco a poco, una divisione del lavoro ha diversificato e ha aumentato le ricchezze prodotte e ha dato i natali ai rapporti commerciali.

L'appropriazione dei mezzi di produzione e l'accaparramento delle ricchezze da parte di una minoranza ha trovato la sua giustificazione mediante la magia, la religione... Da allora, la società si è divisa in classi che lottano ciascuna per i propri interessi. La classe sfruttata cerca sempre di liberarsi dall'oppressione della classe dominante (la rivolta di Spartaco nel 73 a.C., le rivolte contadine nel Medio Evo, la Rivoluzione francese...). Questa ultima, per mantenere il suo dominio ha avuto bisogno di un corpo armato: lo Stato.

La struttura della società è il riflesso delle relazioni sociali nella produzione e nel livello tecnologico (attrezzature, macchinari). Grazie alle successive scoperte e il loro utilizzo nella produzione, questi rapporti cambiarono, e le vecchie strutture diventarono un freno allo sviluppo della società (l'invenzione della macchina a vapore ad esempio). La vecchia classe dominante in declino cercò di difendere i suoi privilegi ed il suo potere (giocava già da allora un ruolo reazionario) mentre la nuova classe in ascesa, cercando di emanciparsi giocava e gioca un ruolo progressista; è proprio a questo punto che la rivoluzione diventa una necessità storica.

Avete detto “Democrazia?”

La democrazia parlamentare costituisce una delle forme che lo Stato può assumere sotto il capitalismo e permette alla borghesia di giustificare, in modo nascosto, il suo dominio sulle masse lavoratrici. Ogni Stato è fondamentalmente, soltanto lo strumento di oppressione di una classe sull'altra, e questo qualunque sia la forma che prende questo Stato; monarchia, dittatura militare, democrazia parlamentare... Contrariamente a ciò che la borghesia vorrebbe farci credere, la democrazia non è di tutti. Viviamo in una società divisa in classi, e dunque in una democrazia di classe. Sotto il capitalismo, è la borghesia la classe dominante a possedere il potere. Se lo stato è una democrazia per questa classe, è una dittatura nei confronti di una altra classe: il proletariato.

Rivoluzione o colpo di stato?

Un colpo di stato è la presa del potere da parte di una minoranza che non possiede l'appoggio della maggioranza della popolazione, ma che ha il controllo delle armi. Spesso, l'imperialismo americano ha aiutato e continua a farlo, particolarmente in America Latina, dittature reazionarie sanguinarie che servano i suoi interessi (ad esempio: Pinochet nel 1973 in Cile). Per sopprimere, ad esempio, la libertà di espressione, dei diritti sindacali ecc. la borghesia può sfruttare brutalmente la classe operaia. Una rivoluzione deve coinvolgere ampi strati della popolazione che aspirano ad un cambiamento, la sua forza sta nel appoggio attivo della maggioranza contro il regime oppressore. La classe dirigente che vuole custodire i suoi privilegi, scredita il movimento rivoluzionario presentandolo come composto da perosne violente, come una minaccia per l'ordine pubblico e fa tutto il possibile per reprimerlo. Dunque la classe sfruttata deve organizzarsi armandosi per fare fronte a questa repressione. La Rivoluzione russa del 1917 non sarebbe stata possibile senza un partito rivoluzionario di massa (il Partito bolscevico) che è riuscito a conquistare il proletariato e la classe contadina dando soluzione alle aspirazioni della maggioranza.

Bisogna imparare le lezioni del passato. Il popolo in armi.

Cile,Venezuela. Stessa lotta?

Il periodo rivoluzionario in Cile (1970-1973) e la repressione che ne seguì hanno dimostrato la colpa schiacciante che ebbe Allende nell'avvento della dittatura militare di Pinochet. Dopo essere stato eletto nel 1970 alla testa di Unità Popolare (coalizione che comprendeva il PS, il PC ed i Radicali), Allende cominciò a raddoppiare i salari più bassi e riprese timidamente la riforma agraria appena abbozzata dal suo predecessore.

Nel 1971, nazionalizzò le miniere di rame. Gli Stati Uniti volevano farla finita con questa radicalizzazione che avveniva in Cile. Per la borghesia, la maschera della democrazia può cadere quando si tratta di difendere i suoi profitti. Una settimana dopo una manifestazione a Santiago che riunì 600.000 persone sostenitori di Allende che chiedevano le armi, il generale Pinochet organizzò un golpe ed una repressione feroce verso i sindacalisti, i militanti politici ed i lavoratori. Se Allende avesse armato le masse, il colpo di stato sarebbe fallito.

Anche la sorte dei lavoratori in Venezuela dipenderà, certamente dalle misure che prenderà l'attuale governo. Hugo Chavez, eletto democraticamente nel 1998, è stato già oggetto di due tentativi per cacciarlo. Deve il suo successo alle mobilitazioni di massa degli strati poveri della popolazione che si sono messi spontaneamente in azione. Chavez che ha introdotto delle importanti riforme in favore dei più poveri, ha chiamato nell'Aprile 2004 il popolo alle armi. Il pericolo è che Chavez faccia lo stesso errore di Allende ossia non armi effettivamente il popolo e quindi la reazione possa mettere la parola fine al processo rivoluzionario in corso.

Il terrorismo come leva rivoluzionaria?

La fine del XIX e l'inizio del XX Secolo ha visto la nascita del terrorismo individuale come mezzo per cambiare la società. In Russia, un populista russo del gruppo Narodnaia Volia (Volontà del Popolo) assassinò nel 1879 il governatore di San Pietroburgo. I «Narodniki», che riunivano gruppi di intellettuali sostenitori del «comunismo agrario», riusciranno, nel 1881, ad uccidere lo zar Alessandro II. Altri anarchici in Europa pmettevano bombe nei caffè, nei teatri, sui treni. La pratica del terrorismo individuale che non è rivolto contro il sistema ma agli individui è destinata alla sconfitta. Fornisce il pretesto per rafforzare la repressione e isolare il popolo dalla lotta invece che organizzarlo. Solo il movimento organizzato di massa può rovesciare il capitalismo.

La società socialista

La Comune di Parigi (1871) e soprattutto la Rivoluzione russa (1917) sono due esempi storici nei quali il proletariato organizzato ha spazzato via la vecchia classe dirigente in decadenza ed ha abolito la proprietà privata dei mezzi di produzione nello scopo cosciente di avviarsi verso una società senza classi, vale a dire una società comunista. Si può giungere a questa società dall'oggi al domani? No! Lenin, nel suo libro "Stato e Rivoluzione", spiega la necessità, dopo l'abolizione dello stato borghese, di passare allo stadio di «semi-stato» che si estinguerà progressivamente fino al raggiungimento di una società senza classi che realizzerà il principio secondo il quale «Da ciascuno secondo le proprie capacità, a ciascuno secondo i suoi bisogni».

L'esperienza della Comune di Parigi nel 1871

Dopo che Napoleone III ebbe dichiarato guerra alla Prussia di Bismarck e che questa ebbe invaso la Francia, il governo di Thiers trattò di nascosto la sorte di Parigi mentre la città assediata ed affamata si opponeva alla sua resa e si rivoltò. La Guardia Nazionale, a capo della rivolta elesse un comitato centrale che prefigurava i soviet (consigli operai) delle rivoluzioni russe del 1905 e del 1917 prima di organizzare delle elezioni e la difesa della città. Dopo dieci settimane di assedio, Thiers riprese il potere ed organizzò una sanguinosa repressione (50.000 morti).

Marx, autore del Manifesto del Partito Comunista, non si accontentò di ammirare l'eroismo dei comunardi che tentarono "l'assalto al cielo"; ne trasse anche delle lezioni. Nel suo scritto "La Guerra civile in Francia", cita e commenta alcuni decreti presi all'epoca di questo primo tentativo di rivoluzione proletaria - che furono ripresi in seguito nel programma dei partiti rivoluzionari: La soppressione dell'esercito permanente e la sua sostituzione col popolo in armi - L'elezione e la revocabilità di tutti i rappresentanti senza eccezioni (polizia, giustizia...) - I rappresentanti eletti devono percepire lo stipendio medio di un lavoratore.

Queste misure furono adottate per rompere il vecchio apparecchio statale, necessità che permette il passaggio da una democrazia borghese ad una democrazia proletaria e che, insieme alla socializzazione dei mezzi di produzione, porteranno alla trasformazione della società capitalista in una società socialista.

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