torna indietro
Iraq
Alla disperata ricerca di una uscita strategica
di E.Santagata
Le immagini e i servizi giornalistici che ogni giorno leggiamo e vediamo alla TV di violenza, morte e distruzione in Iraq stanno portando sempre più milioni di persone ad essere contro loccupazione.
Molti italiani chiedono adesso il ritiro immediato delle truppe. Molti miliardi sono stati sprecati i questa guerra, molti i profitti delle fabbriche italiane di armi (come riportava il Venerdì alcune settimane fa) denaro che sarebbe potuto essere spero per la Sanità, leducazione e per aumentare i salari e le pensioni. Mentre Berlusconi continua a ripetere che (per il prestigio dellItalia e per non lasciare lIraq cadere in una guerra civile) le nostre truppe non verranno ritirate da quel caos chiamato Iraq. Ad ogni modo Bush e Blair continuano a sprofodare sempre più nelle sabbie mobili che loro stessi hanno creato. Sono alla ricerca di una strategia che possa garantirgli una via duscita ma qualsiasi cosa riuscissero a trovare è condannata al fallimento.Se inviassero più truppe non farebbero altro che aggiungere altra benzina alla ribellione contro loccupazione e aumentare le morti tra i civili irakeni e le forze della coalizione. Limperialismo USA, che aveva subito molte perdite al tempo della guerra del Vietnam sommergendo militarmente quel paese, non ha ancora capito che nulla si può contro un movimento di liberazione
nazionale. Il cosiddetto passaggio dei poteri fissato per il 30 Giugno è una completa finzione e cosi sarà vista da molti irakeni.
Centinaia di migliaia di soldati rimarranno come occupanti e limperialismo USA deterrà il vero potere e i lacci della borsa per la ricostruzione. Il caos e la violenza continuerà. Lassassinio del presidente del Consiglio irakeno ci mostra come gli eventi si susseguiranno.
Linternazionalizzazione proposta da Blair non è la soluzione. Ma se in ultimo lONU dovesse essere coinvolta (cosa che è riluttante a fare) sarebbe considerata anchessa una protagonista delloccupazione. In un recente sondaggio meno di un terzo degli irakeni ha affermato di avere fiducia nellONU. Questo non ci sorprende dato che lONU è controllata dalle principali potenze imperialiste e che è stata responsabile dellimposizione di dieci anni di sanzioni al popolo irakeno, portando alla morte un bambino irakeno ogni sei minuti. Ritirare le truppe senza aver pacificato lIraq minerebbe massicciamente lautorità e il prestigio dellimperialismo USA a livello internazionale.
Iraq: costruire lalternativa socialista
LOTTA per il socialismo chiede il ritiro immediato di tutte le forze di occupazione e che il popolo irakeno possa decidere democraticamente del proprio futuro.Esiste, certo, il pericolo di conflitti etnici e religiosi e la disintegrae dellIraq.Dopo il massacro di circa 600 civili da parte delle truppe USA a Falluja, Sunniti e Sciiti hanno unito le loro forze contro gli occupanti, dimostrando che la guerra civile non è inevitabile.Sosteniamo la costruzione di organizzazioni dei lavoratori che possano superare le divisioni etniche e religiose, e la formazione di forze multi-etniche di difesa.Il movimento contro loccupazione dovrebbe combattere per un governo di tutti i lavoratori e i poveri irakeni che porti avanti un programma democratico e socialista. Questo permetterebbe di mettere fine alle privatizzazioni e porre lindustria petrolifera e le altre risorse del paese sotto il democratico controllo e la direzione dei lavoratori. Le vaste ricchezze potenziali dellIraq potrebbero quindi essere utilizzate per finanziare la ricostruzione delle scuole, degli ospedali, delle case, del trasporto pubblico ecc. attraverso la pianificazione democratica della produzione.Una società socialista garantirebbe inoltre le libertà religiose e pieni diritti per le donne e le minoranze, incluso il diritto allautodeterminazione per i gruppi etnici come i Kurdi.