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Fiom,Cgil e la crisi Fiat

Le recenti vicende della Fiat sono al centro dell'attenzione, su di esse e più in generale sui problemi della Fiom e della Cgil "Lotta per il socialismo" ha intervistato Simone Sfierucci delegato sindacale per la Fiom nello stabilimento Pirelli di Figline Valdarno (Fi).

Cosa ne pensi della crisi Fiat e delle lotte su questo tema?

Sulle lotte c'è stata una gorssa carenza di informazione...mi spiego, non è stata recepita la situazione politica e sociale di questa vicenda;stiamo parlando di una delle maggiori vertenze degli ultimi dieci-quindici annie rischia di fare la fine della Good Year di Latina cioè di abbandonare i lavoratori dopo che si sono portati a questo punto ed è solo grazie alla mobilitazione di chi stà in fabbrica e delle loro famiglie che la tensione è ancora alta. I funzionari dei sindacati confederali, non sono riusciti a far capire che la lotta Fiat è la punta della strategia del padronato per rimettere in discussione tutta la politica industriale di questo paese (con tutte le sue carenze di economia capitalista). Il copione è il solito, prima si è spremuto i lavoratori, si sono accettate condizioni di lavoro all'interno degli stabilimenti Fiat stile anni '50 e si sono lasciati i delegati di fabbrica a gestire scelte fatte dalle confederazioni.Hanno fatto credere per anni che gli stabilimenti Fiat (vedi Melfi) erano competitivi grazie all'estrema flessibilità dei lavoratori e alla conseguente precarizzazione degli stessi con tipologie di contratto approvate e sottoscritte da grosse fette del sindacato..adesso ne paghiamo il conto.Si critica la posizione delle banche...bene...ma i giochetti della Fiat con i soldi pubblici nessuno anocra si azzarda a tirarli in ballo! Soltanto una mobilitazione più ampia (movimenti e collegamenti internazionali come è successo per altre vertenze in Francia e Belgio) potrà avere sbocco o si rischia di fare il solito accordo truffa e sprecare un esperienza che può rimettere in discussione l'attuale rapporto di forze.

Il documento del direttivo nazionale sulla contrattazione, in data 03/10/2002 si concludeva dicendo "...la Cgil...ritiene che il coinvolgimento e la consultazione, con il ricorso al voto,dei lavoratori e delle lavoratrici su piattaforme e accordi, rappresenta una fondamentale scelta di democrazia...". Quali limite queste parole hanno incontrato nella pratica dei rinnovi contrattuali?

Ti posso parlare solo per quanto riguarda la Fiom che ha già fatto la sua consultazione, in modo frettoloso, ma che come sondaggio può essere valido.Ti posso dire che c'è un grosso scontro tra la Cgil e la Fiom dovuto a visioni diverse di come si debba fare sindacato, la Fiom si è accorta finalmente, negli ultimi tempi,che siamo al limite, i metalmeccanici hanno dato tutto.La Cgil continua ad avere un ruolo di sindacato riformista (come durante lo scorso governo,vedi Pacchetto Treu) ora si fa la lotta per l'art. 18, come è giusto, ma di fatto già da tempo l'art.18 non esiste più, per molti lavoratori, vedi contratti a termine,interinali, e dov'era la Cgil quando noi contestavamo l'introduzione di questi, quando nelle assemblee ci davano del "terroristi"? Ora c'è il passaggio sulla deprecarizzazione delle fabbriche,lottare per il posto a tempo indeterminato. Anche perchè precarizzando maggiormente il posto di lavoro sono i giovani specialmente i più ricattabili e diventano un arma in più dentro le fabbriche per i padroni, facendo ridimensionare il livello di coscienza della classe operaia per opporsi all'attuale sistema...E mentre c'è questa lotta della Fiom,la Cgil firma accordi di flessibilità.Nella Cgil ci sono troppe parole d'ordine, in questo modo diventi funzionale al sistema.Quella contro la precarizzazione deve essere sia per i metalmeccanici sia per i call center sia per i lavoratori delle cooperative una lotta di tutti.

Ci puoi illustrare (nelle sue linee generali) la piattaforma Fiom per il rinnovo del contratto?

Il punto più interessante, che bisogna vedere se lo faranno, è quello contro il lavoro precario appunto.E' un punto importante. Un altro punto (considerando che stiamo parlando di un sindacato riformista) è il prendere atto che non si può più basare i salari sull'inflazione programmata dai burocrati e dai banchieri. I lavoratori (non solo i metalmeccanici) devono avere un salario adeguato al tenore di vita e programmare iniziative contro il caro vita. Altre voci sono rispetto alla democrazia sindacale, con riferimento agli ultimi accordi di Fim e Uilm, praticamente hanno firmato contratti separati per avere un mero riconoscimento al tavolo delle trattative, poi chi c'è al tavolo non gliene importa nulla. Guarda il "Patto per l'Italia", senza nemmeno pensare che il governo fa una pressione sfacciata, in questo modo si avvicinano alle corporazioni del ventennio fascista.

La pressione della base, ha, a nostro parere, spinto nel recente passato la Cgil ad adottare posizioni più a sinistra di quelle precedenti. Fino a che punto la base può nel prossimo futuro, trovare risposta nei vertici della Cgil?

Abbiamo un grosso problema perchè l'uscita di Cofferati ha fatto respirare molti funzionari. Nel recente passatola Cgil si è accorta di alcuni grossi errori e il governo Berlusconi gli ha dato la sponda per risvegliare una base "intontita" dal governo precedente, sostenuto dalla Cgil. I metalmeccanici meno, la Cgil aveva pagato con meno tessere, i vertici hanno cambiato un pò rotta, ma molti funzionari hanno continuato a tenere i piedi in due staffe, hanno continuato a fare contrapposizione al padronato, ma con rapporti insieme alla Cisl e alla Uil, ambigui, più che altro questo nella Fiom. La spinta della base esiste, ma bisogna dire cosa fare, essere contro va bene, ma se il padronato firma con questi cosa facciamo? Come possiamo imporre il nostro punto di vistase non è condiviso da altre forze (es. i movimenti) che negli ultimi anni si sono posti contro anche a livello interno? Se restiamo solo in Italia questa spinta si esaurirà, sia per la stanchezza della base, sia per la mancanza di prospettive concrete.

A livello aziendale, quali problemi sono più acuti?

Siamo uno stabilimento che produce corda metallica per pneumatici:facciamo parte di un gruppo in cui ci sono altri 3 stabilimenti: uno in Brasile, uno in Germania e uno in Turchia. In Italia stiamo cercando di portare avanti la deprecarizzazione della fabbrica perchè abbiamo un grosso numero di interinali provenienti dalla Adecco. La maggior parte sono ragazzi del Sud Italia, l'emigrazione in Italia c'è ancora, sono ragazzi che non hanno famiglia e che trovano un tessuto sociale diverso da quello dal quale provengono. Un altro problema è che siamo la sola fabbrica in Toscana a maggioranza Cisl. Noi siamo in minoranza. Io e altri siamo entrati quest'anno, come delegati, sia per errori che abbiamo sempre contestato, sia per il clientelismo Fim, i quali hanno un percorso di favore con la direzione aziendale.

(Intervista rilasciata alla fine di Dicembre 2002)

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