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“Europa Sociale”: Solo un’altra maschera del capitalismo

I lavoratori devono lottare contro gli attacchi alle loro condizioni di vita

I lavoratori europei, i pensionati e i disoccupati hanno subito nel corso dell’ultimo anno e mezzo tremendi attacchi dai loro governi e dai padroni del settore privato e pubblico.

Proviamo a vedere di quale strategia e di quale programma c’è bisogno per respingere la rinnovata offensiva capitalista che spinge in basso salari, condizioni di vita e distrugge le conquiste sociali.

Recentemente, i lavoratori olandesi si sono posti a capo di un movimento contro il neoliberismo. Il governo olandese ha in programma di abolire i sussidi di disoccupazione (per quei lavoratori che non hanno lavorato per un periodo di quattro anni nei cinque anni precedenti) e sostituirli e sostituirli con una “paga sociale” di 550 euro a persona. Questo ha provocato la più grande manifestazione nella storia del movimento operaio olandese.Il 2 Ottobre 2004, più di 300.000 lavoratori hanno partecipato ad una manifestazione tenutasi ad Amsterdam contro gli attacchi alle pensioni, i progetti di prepensionamento e i sussidi di disoccupazione. I dirigenti sindacali, che hanno condotto una politica concertativa fin dagli inizi degli anni ’90, sono stati spinti all’azione da un comitato di base degli iscritti al sindacato, che nato per volontà dei lavoratori portuali di Rotterdam, che avevano minacciato di avviare degli sciopero selvaggi. La manifestazione nazionale è stata preceduta da grandi scioperi cittadini e diverse azioni dimostrative a Rotterdam e Amsterdam. Le facce di bronzo del governo olandese hanno dichiarato che i manifestanti “non era stati informati adeguatamente” mentre Jacques Schraven, capo della confindustria olandese, ha accusato i sindacati di vivere nel passato: “La loro strategia è che le conquiste ottenute nel passato, devono essere mantenute o modificate appena”.

Gli attacchi dei padroni

Questo è in linea con le dichiarazioni fatte dai governi e dai rappresentanti dei padroni in tutta Europa. In Germania, dopo aver congelato i salari ed esteso la settimana lavorativa da 35 a 40 ore richieste portate avanti e ottenute da imprese come la Siemens e la Daimler Chrysler, sta venendo avanti la richiesta di estendere l’orario di lavoro a 50 ore settimanali come unica strada per il capitalismo. Seguendo il piano “Agenda 2010”, il governo tedesco del vecchio partiti socialdemocratico, la SPD insieme ai Verdi, sta perfezionando una brutale ristrutturazione dei sussidi alla disoccupazione. Dal 1 Gennaio 2005 milioni di persone in Germania vedranno i loro sussidi di disoccupazione passare a 331/345 euro al mese. Mezzo milione di persone perderanno del tutto i sussidi. Il governo sta creando un esercito di sottopagati costringendo le persone ad accettare lavori che vengono pagati dai 3 ai 5 euro all’ora.

Sempre più affamati

La dichiarazione, spesso utilizzata dai dirigenti sindacali in Gran Bretagna, che i paesi dell’Unione Europea sarebbero più “civili” quando rispettano i diritti dei lavoratori, è completamente errata. Le eclatanti politiche neoliberiste del New Labour, che – non dimentichiamolo – è ancora il partito di Ken Livingstone, vengono perseguite anche dagli altri governi dell’Unione Europea compresa l’Italia. La Spagna ha la più alta percentuale di lavoratori precari in Europa e in Grecia ai lavoratori è stato presentato il conto della depressione post-Olimpiadi. Dopo le “riforme” delle pensioni e dell’istruzione del primo ministro francese Raffarin, la classe dominante francese è chiede altro “sangue” ai lavoratori.Il presidente della confindustria francese, il MEDEF, ha dichiarati: “Il povero primo ministro Raffarin viene spesso accusato di perseguire le politiche della nostra associazione, noi rifiutiamo queste accuse: da quando Raffarin è al governo, non ha fatto nulla per le imprese private”. La classe dominante francese spera che l’assedio alle condizioni dei lavoratori e ai salari da parte delle loro controparti europee mini la resistenza dei lavoratori francesi e delle loro organizzazioni. I governi francesi hanno tentato di privatizzare l’ente del gas e dell’elettricità, per fare un esempio, da più di 15 anni. Ogni volte questi tentativi sono stati sconfitti dalle magnifiche mobilitazioni della classe lavoratrice, dimostrando che solo con la lotta si possono ottenere delle vittorie. Tuttavia, sotto il capitalismo queste vittorie sono temporanee e i padroni torneranno alla carica per ottenere più profitto dai lavoratori europei.

Le dirigenze dei sindacati

Ogni giorno assistiamo a chiusure di fabbriche e licenziamenti. La General Motors ha annunciato la scorsa settimana l’intenzione di tagliare altri 10.000 posti di lavoro in Europa. La ragione principale per la quale i padroni europei sono capaci di ricattare i lavoratori ad accettare questi “esuberi” e il peggioramento delle condizioni di lavoro, risiede nella mancanza di un chiaro programma di lotta delle dirigenze sindacali. Con l’aumento della disoccupazione in sempre più numerosi paesi europei, possiamo dire tuttavia che le statistiche ufficiali vengono falsificate, le dirigenze sindacali devono comprendere che le manifestazioni o una serie di scioperi isolati non fermeranno l’offfensiva dei padroni. Contro i piani del governo in Germania dell’Est ogni Lunedì sono state programmate manifestazioni di protesta nei due mesi passati ma purtroppo i leader sindacali non sono riusciti a dare delle prospettive di lotta.

Una strategia sbagliata

Molti dei leader sindacali e degli attivisti limitano sbagliando la loro strategia a spingere per una serie di manifestazioni sempre più grandi senza alcun piano che approfondisca e possa ampliare la lotta, come azioni industriali e appelli a scioperi generali di una intera giornata in Germania. In Olanda i dirigenti del sindacato, la FNV, stanno portando avanti l’idea di un referendum per far cadere il governo. Questa proposta tende a disarmare il movimento e ricondurlo sulle linee della tradizionale politica capitalista, mentre l’unica prospettiva è una sconfitta. In Gran Bretagna i dirigenti dei principali sindacati a il TUC predicano gli accordi di Warwick e la promessa di concessioni da parte del New Labour. Incambio, i leader dei quattro grandi sindacati (T&G,GMB,UNISON e Amicus) sosterranno, o resteranno zitti sul programma apertamente capitalista dei Laburisti di privatizzazione e di attacchi ai servizi pubblici. A Brendan Barber, segretario generale del TUC, è stato concesso un intervento allo scorso SFE ed ha parlato molto bene di lotta ma in realtà è un falso amico del movimento anti-globalizzazione e anti-capitalista. La vera questione per il Signor Barber è se il TUC farà appello ad azioni di solidarietà e a scioperi, specialmente nel settore pubblico, per appoggiare i membri del PCS che stanno lottando contro il massacro dei posti di lavoro di oltre 100.000 dipendenti pubblici, e se abbandonerà questo sostegno per compiacere ai suoi amici nel New Labour.

Le idee socialiste

La realtà del capitalismo europeo sta dando alcune dure lezioni al movimento operaio. Abbiamo bisogno di sindacati più combattivi e democratici. Sfortunatamente, in molti casi avremo bisogno di ricostruirli dal basso e lottare affinchè adottino una piattaforma di lotta, compresa l’organizzazione di ampio sciopero europeo di avvertimento contro l’offensiva dei padroni. Il capitalismo europeo e mondiale e in crisi. Si fa sempre più impellente la questione di un’alternativa. Le classi dominanti tenteranno sempre di uscire dalle crisi economiche sulle spalle dei lavoratori fino a quando al loro sistema sarà consentito di esistere. Lottiamo per ogni riforma e difendiamo tutto ciò che la classe operaia ha ottenuto attraverso la lotta, ma siamo consapevoli che il capitalismo non garantisce le condizioni e gli standard di vita della maggioranza della popolazione.

Abbiamo bisogno del socialismo; una società basata sulla pianificazione democratica del modo di produzione, nella quale i settori decisivi dell’economia verranno posti sotto proprietà pubblica e il controllo democratico e la gestione dei lavoratori.

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