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Costituzione Europea: perchè i marxisti dicono NO!

La presidenza irlandese dell' UE ha intenzione di concludere l’accordo sulla nuova costituzione dell'UE al prossimo vertice del 17-18 Giugno.

di Per-Åke Westerlund (CWI Svezia)

La presidenza irlandese dell' UE ha intenzione di concludere l’accordo sulla nuova costituzione dell'UE al prossimo vertice del 17-18 Giugno. Dopo il terremoto elettorale che ha spazzato il Partido Popular (PP) in Marzo, la Spagna e' tornata fermamente nel campo franco-germanico. Questo significa che l’UE si sia ripresa dalla “guerra con se stessa” dell’anno scorso, come ha titolato l`International Herald Tribune? Nient’affatto. Questo ci dimostra soltanto che i governanti continueranno i loro attacchi contro le condizioni dei lavoratori.

I progetti più recenti dell'UE (l'euro, l'agenda di Lisbona, l’allargamento, la cooperazione militare, e la costituzione) servono solo a costruire una economia all'americana, compresi gli attacchi contro i diritti

dei lavoratori. Il risultato, però, e' una crisi profonda. L'anno scorso,

la crescita economica dell’ “EUROZONE” è stata dello 0.8%. Il deficit pubblico

cresce in ogni paese, e secondo la Commissione Europea quest'anno supera il limite del 3% posto dal cosiddetto patto di stabilità e crescita economica,. La disoccupazione aumenta ancora. Grandi movimenti di massa hanno scosso o fatto cadere i governi in molti paesi.

I politici e i capitalisti sono sempre più in apprensione, ma senza una seria alternativa che li possa contrastare continuano con i progetti. Per quanto riguarda l’allargamento, i politici dell'UE hanno parlato di “nuovi problemi che arrivano”.Tagli controversi, finanze statali in crisi, instabilità politica e inaspettate difficoltà a portare avanti le politiche di “riforme”. Così ha scritto il giornale svedese di destra “Svenska Dagbladet”, dei nuovi stati dell'UE. La Polonia e la Repubblica Ceca hanno un deficit del 6% del PIL. Nei due paesi,la disoccupazione e' cresciuta durante il processo di “integrazione”, dal 3.5% al 10% nella Repubblica Ceca e dal 13% a 20% in Polonia, dopo il 1996.

Ma , i politici credevano, che bloccare l'allargamento avrebbe portato altri problemi, anche più grandi. Nei nuovi stati membri permangono i principali scopi dell’allargamento (un mercato più grande, manodopera qualificata ed economica, vantaggi sugli USA e la Russia, e la pressione sui governi dell’Europa occidentale, dalla concorrenza alle tasse minori, ecc.) .

Senza dubbio, nel breve periodo, si svilupperanno nuove crisi dentro l'UE. Quindi detto ciò, quanto e' importante la nuova Costituzione dell'UE? Ci sono buoni motivi perche' i marxisti devono dire no alla nuova costituzione.

Prima, il neo-liberismo e' la “pietra angolare” della nuova costituzione. L'UE si appresta a dirigere e coordinare sempre più le politiche economiche. La bozza della nuova costituzione

dice che l'UE “rafforzerà il coordinamento della disciplina fiscale ed il suo controllo”, questo include l'agenda di Lisbona di privatizzazioni e gli attacchi ai diritti sindacali.

Secondo, sono incluse la cooperazione militare ed una “Polizia” comune Nel novembre scorso, l'UE ha deciso di stabilire la sua propria agenzia di pianificazione militare, teoricamente indipendente dalla NATO. In Svezia, il governo prospetta che il 20% dei soldati di leva saranno

impiegati in operazioni internazionali nei prossimi anni.Ancora, gruppi di stati dell'UE possono stabilire una “cooperazione permanente”, che comprendono “forze multinazionali” ed “unità di combattimento”. Il risulato sarà, l’aumento delle spese militari ,per “rendere compatibili per quanto e' possibile i loro apparati di difesa”, come si legge nella bozza stessa. Ci saranno più sorveglianza e misure “anti-terroriste” che si potranno usare contro gli immigrati e i lavoratori in lotta.

Terzo, le leggi dell'UE avranno “primazia” sulle leggi nazionali. Per questo, ci sarà la corsa a diminuire la sicurezza sul lavoro, le regole sulla salvaguardia dell’ambiente, ecc. In generale, la nuova costituzione promuove più potere al centro, con un Presidente e un Ministro degli Esteri dell'UE. Per quanto riguarda l’immigrazione e il commercio, l'UE ha gia' una posizione comune, aumentare la pressione sui paesi più poveri. Permangono disaccordi che potrebbero rovinare il progetto irlandese di firmare un nuovo accordo entro il 18 giugno. Uno e' la distribuzione del voto nell' UE, nonostante il ritiro del nuovo governo spagnolo. Secondo l'attuale proposta, i voti di tre dei quattro grandi (Germania, Gran Bretagna, Francia ed Italia) formano un veto. Secondo un altro progetto, dieci dei venticinque commissari non avranno il diritto di votare nella commissione europea. Il primo ministro irlandese Bertie Ahern, ha già prospettato delle riunioni “fiume” per giungere all’accordo. Paradossalmente, il promesso referendum in Gran Bretagna costringerà il governo di Blair a porre alcune “forti richieste” nei negoziati. Perché la proposta venga adottata, deve essere accettata in ogni paese. Ma negli anni passati in Svezia (2003), Irlanda (2001) e Danimarca (2000) non si sono avute vittorie del NO contro i diversi trattati europei. Anche in Francia nel 1992, il SI ha vinto con poco scarto. Ci potrebbero essere referendum in tutti quei paesi, ed anche nella Repubblica Ceca, dove i partiti anti-UE hanno totalizzato il 50% delle preferenze nei sondaggi per le elezioni europee di Giugno. La Spagna (ricordare le elezioni di Marzo) e il Portogallo potrebbero anche loro avere un referendum, e poi c'e' la Gran Bretagna che, con Svezia, e il paese piu' anti-UE. Questo dibattito ha gia creato nuove divisioni politiche. Il presidente francese, Jacques Chirac, stizzito dalla retromarcia di Blair, ha anche proposto la possibilità di espulsione per quei paesi che votano `No'. Altri, come il cancelliere austriaco, W. Schussel, sostengono invece la possibilità di un referendum di tutti gli Europei. La campagna per il SI in Svezia ora cerca di evitare una seconda sconfitta dopo quella di settembre. Un referendum “crea posizioni fisse e sfiducia”, e porta a “battaglie”, secondo il Dagens Nyheter, giornale liberale, che fa propaganda contro il referendum. La sfiducia non viene dal referendum ma da anni di tagli e dall’aumentata povertà. Sono le privatizzazioni e i privilegi dei politici che causano queste “battaglie”. Un referendum può soltanto accelerare il processo.In Svezia, Rättvisepartiet Socialisterna (CWI Svezia), sostiene la richiesta per il referendum. Allo stesso tempo, ne segnaliamo i suoi limiti. In molti paesi, la campagna per il NO che domina i media sara' nazionalista ed anche xenofoba. Fortunatamente, non è cosi' in Svezia, dove il 56% hanno votato No all'euro. Il motivo piu' grande per cui ha vinto il NO è la paura di maggiori tagli alla sanità e all’istruzione pubblica. Il risultato ha sconfitto la classe dirigente. Ma “il risultato non ha avuto nè eco ne conseguenze nelle

politiche del governo” , come dicevano alcuni membri dei partiti della sinistra. I leader dei partiti di sinistra e dei verdi, tutti contro l'euro, sono rientrati nel campo del governo socialdemocratico subito dopo il referendum. Sostengono ancora i tagli enormi nei comuni e nel sistema della salute, ed anche nel parlamento. L’esperienza danese dopo il referendum del 2000 e'uguale. Una maggioranza ha votato NO, ma non ha cambiato la politica del governo. Ad un anno dal referendum, un governo “neo-conservatore” ha preso il posto della socialdemocrazia di destra. Per compiere un cambio di direzione negli interessi degli operai, serve un vero partito dei lavoratori, che dica no non solo all'UE, ma lotti per un programma socialista, contro il neo liberismo e contro i tagli ai servizi. Prepararsi a questo sviluppo e' una delle intenzioni dei partiti del CWI in Europa.

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