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Teoria marxista

Contro lo sfruttamento capitalista,

per una società socialista

Aumento dei tempi di lavoro, bassi salari, moltiplicazione del lavoro precario ecc. Il padronato con l’aiuto dei suoi governi è all’offensiva contro la classe operaia. Quali sono le ragioni di questi attacchi massicci?

Il capitalismo si basa sullo sfruttamento della forza lavoro degli operai. Dato che questa forza lavoro produce tutte le ricchezze materiali, rappresenta quindi la sorgente dei profitti dei capitalisti.

La loro volontà è chiara: massimizzare i profitti e grosse fette di mercato . Le lotte dei lavoratori nella storia del capitalismo hanno sempre avuto come scopo quello di ottenere salari più elevati e la riduzione dei tempi di lavoro, come scriveva Marx: “Il prodotto di una giornata di lavoro normale è dunque il risultato di una guerra civile di lunga durata, più o meno dichiarata, tra la classe capitalista e la classe operaia.” (Libro I, del Capitale)

La ripartizione del plus-valore: il motore della lotta di classe

Cos’è il plus-valore ? Il principio dello sfruttamento capitalista è il mancato pagamento di tutte le ore lavorate. Questo significa che un operaio lavora ad esempio 3 ore al giorno per il suo salario e le altre 5 ore le lavora gratuitamente per il suo padrone. L’operaio crea quindi ,in queste 5 ore di lavoro, valore sotto forma di prodotti senza ottenere l’equivalente di questi valori. E’ dunque questo plus-lavoro non pagato che crea il plus-valore per i capitalisti. I capitalisti possono intascare questo plus-valore sottoforma di profitto dopo aver venduto i loro prodotti. Per poter aumentare i loro profitti, tentano in tutti i modi di allargare il plus-valore diminuendo i salari, aumentando l’orario di lavoro o entrambe le cose allo stesso tempo, come vediamo attualmente. Essendo stati costretti a lavorare 40 ore al posto di 35 a parità di salario i lavoratori della Siemens in Germania creano un maggior plus-valore di prima. La ripartizione del plus-valore è dunque al centro di ogni conflitto tra i padroni e la classe operaia.

Aumento della produttività e dei tempi di lavoro

La concorrenza tra i capitalisti spinge continuamente ad aumentare la produttività. L’uso delle macchine, l’automatizzazione della produzione permette una produttività maggiore con meno lavoratori (ad esempio 10 invece che 100) ciò abbassa i costi salariali ma aumenta i costi fissi (acquisto e utilizzo dei macchinari, ecc.). Questo pone dei problemi ai capitalisti, perché non possono sfruttare una macchina, in quanto la sola forza del lavoro umano crea il plus-valore. Quindi è evidente che 100 lavoratori creano più plus-valore che 10 (se lavorano lo stesso numero di ore).

Al fine di compensare questa “mancanza” di plus-lavoro per mantenere alti i profitti, i capitalisti obbligano i (10) operai a lavorare per più tempo senza aumentare il loro salario. L’economia capitalista produce quindi questo fenomeno contraddittorio e perverso: la produttività aumenta e permette la produzione della stessa quantità di merce in meno tempo, ma aumentando il tempo di lavoro. Sarebbe tuttavia possibile mettere in atto una riduzione massiccia dei tempi di lavoro se si ripartisse su tutti il lavoro necessario a soddisfare i nostri bisogni.

Per una società socialista!

Constatato che una tale riduzione del lavoro e la soddisfazione dei bisogni vitali dei lavoratori e dei giovani non è realizzabile in questo sistema, si pone immediatamente la domanda di un'alternativa al capitalismo. Oggi i lavoratori non hanno nessun controllo sulla produzione, sull'organizzazione e l'orientamento di questa ed è ancora meno il controllo sulle loro condizioni di lavoro. È logico: non si può controllare ciò che non si possiede. Mentre i capitalisti possiedono i mezzi di produzione (fabbriche, macchinari ecc.). I lavoratori subiscono uno sfruttamento feroce, e la classe operaia subisce nel suo insieme le conseguenze disastrose del capitalismo. Per porre fine realmente alla disoccupazione, alla precarietà ed alla miseria è necessario rovesciare il capitalismo con un movimento di massa, per una rivoluzione socialista. L'espropriazione e la nazionalizzazione delle più grandi banche e delle imprese e il loro collocamento sotto il controllo operaio saranno uno dei primi compiti di un Stato socialista. La gestione democratica dell'economia da parte dei lavoratori stessi che utilizzeranno e svilupperanno tutte le risorse permetterà una soddisfazione totale dei bisogni. I lavoratori sono capaci di organizzare, di pianificare e di migliorare la produzione, di valutare i loro propri bisogni e interessi. In una società socialista il lavoro non sarà più costrittivo e monotono, ma diventerà "il bisogno primario della vita". (Karl Marx, Critica al programma di Gotha).

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