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Uruguay

Un voto di massa per il cambiamento sociale

OSCURATI dalle elezioni negli USA, gli elettori in Uruguay cacciano i tradizionali partiti capitalisti del paese e votano Tabre Vazquez del Frente Amplio come Presidente.

Correndo per la terza volta alle elezioni presidenziali, l’ex sindaco di Montevideo ha ottenuto la maggioranza dei voti (51%), battendo e relegando al terzo posto il candidato del partito di governo, il Partido Colorado, il quale ha ottenuto solo il 10% delle preferenze. La vittoria del Frente Amplio (una coalizione che va dai vecchi guerriglieri urbani, agli ex-marxisti, dai socialdemocratici ai cristiano democratici) pone fine a 170 anni di governo ininterrotto dei due principali partiti istituzionali.

Il risultato di queste elezioni conferma la tendenza politica in Sud America nel rifiuto delle decennali politiche fallimentari neo-liberiste come la privatizzazione, la deregolamentazione del lavoro, tagli allo stato sociale ecc. che hanno portato molti lavoratori, contadini e settori della classe media alla povertà.

Venezuela

Nello stesso momento in cui si tenevano le elezioni in Uruguay, in Venezuela si andava alle urne per le elezioni di stato e municipali dove la stragrande maggioranza della popolazione ha appoggiato i candidati chavisti, che hanno vinto in 20 dei 22 stati che compongono il paese. Il presidente populista radicale venezuelano Hugo Chavez è uscito vittorioso dal recente referendum revocatorio (appoggiato dal governo USA) che ha fallito nell’assicurare la maggioranza all’opposizione necessaria a rovesciare la sua presidenza.

Nelle elezioni municipali in Brasile, il presidente socialdemocratico “Lula” da Silva ha visto aumentare i voti per il suo Partito dei Lavoratori (PT) e raddoppiato il numero dei consigli municipali sotto il suo controllo.

Tuttavia, a 18 mesi dalla fine del suo mandato Lula ha velocemente adottato politiche in favore del capitalismo internazionale ed ha attaccato le pensioni degli impiegati federali e tagliato la spesa sociale ecc. Questo ha fatto aumentare la disillusione nella sua base di classe, che si è riflessa nella perdita da parte del PT del controllo delle due grandi città industriali di Sao Paulo e di Porto Alegre.

Nel Giugno di quest’anno molti attivisti di sinistra, compresi i deputati espulsi dal PT e i membri del CWI in Brasile, hanno dato vita ad una nuova formazione socialista, il PSOL.

I lavoratori e i poveri in Uruguay sono entusiasti per i cambiamenti che beneficeranno rispetto ai capitalisti e alle classi possidenti. Dal 2002 l’economia si è ridotta del 15% e, ufficialmente, il 30% dei 3,4 milioni della popolazione vivono in povertà. Negli ultimi dieci anni oltre 120.000 uruguaiani, soprattutto i giovani, sono emigrati in cerca di lavoro.

Tuttavia, è vano sperare che Vazquez adotti politiche socialiste per risolvere la crisi economica e sociale. Il suo ministro delle finanze Daniolo Astori è ben visto dal Fondo Monetario Internazionale (FMI).

Egli ha offerto tutta la sua disponibilità a collaborare con il FMI. Ma anche se la privatizzazione dei servizi pubblici, come l’Acquedotto per esempio, sono temporaneamente fuori dall’agenda del governo, i limiti di spesa per lo stato sociale causeranno future scissioni nella coalizione del Frente Amplio.

L’atroce situazione nella quale si trovano le masse in Uruguay e in tutto il Sud America necessita della costruzione di nuovi partiti di massa dei lavoratori armati di un programma socialista per porre fine alla povertà e alla disuguaglianza. Solo dei governi di lavoratori e contadini con politiche socialiste possono spezzare le catene del capitalismo e dell’imperialismo.

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