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Rifondazione Comunista va con Prodi

Il VI Congresso del PRC ha finalmente fugato l’illusione che questo partito in qualche modo rappresenti l’alternativa socialista ai partiti borghesi.

Il congresso del partito tenutosi agli inizi di Marzo a Venezia, ha sancito l’ingresso nell’alleanza elettorale borghese dell’ex Presidente della Commissione Europea Romano Prodi. Il PRC non porrà nessuna condizione per il suo ingresso nel Centro Sinistra alle prossime elezioni regionali che si terranno in Aprile e in quelle politiche, accettando anche incarichi di governo se Prodi vincerà.

Prodi, che era presente al congresso, ha dato il benvenuto al nuovo corso del PRC, dichiarando che “Bertinotti ha presentato il suo partito come un partito riformista che vuole partecipare nella maggioranza riformista in parlamento, e questo è il punto di partenza per lavorare insieme nel prossimo futuro.”

Bertinotti, rieletto segretario nazionale del PRC per la quinta volta, ha preparato da mesi l’ingresso nel centro sinistra di Prodi contro tutto e tutti scontrandosi anche con una considerevole resistenza all’interno del Partito. Al Congresso ha giustificato la collaborazione con Prodi dichiarando che in questa fase la priorità è quella di mandare a casa Berlusconi.

Le dichiarazioni di Bertinotti sono vecchie cosi come l’opportunismo politico stesso del segretario. In nome della lotta contro il “male” , viene portata avanti la politica del “male minore”, soffocando cosi ogni possibile alternativa e qualsiasi movimento politico indipendente delle masse.

Prodi non rappresenta altro che l’interesse delle classi dominanti. Il professore ha iniziato la sua carriera politica nella DC non dimentichiamolo. Ha occupato il suo primo ministero nel 1978, e dal 1980 al 1990 è stato a capo dell’IRI, che ha ristrutturato e preparato alla privatizzazione.

Dopo la vittoria dell’Ulivo, Prodi ha guidato il Parlamento italiano dal 1996 al 1998. Anche se il PRC sostenne Prodi in Parlamento, a quel tempo non prese parte al governo. Come Primo Ministro, ha condotto l’Italia all’interno dell’Unione Europea attraverso una politica di tagli sociali appoggiato in questo dai sindacati confederali. Il primo governo Berlusconi cadde a causa della grande resistenza dei lavoratori contro questi tagli!

Nel 1999, Prodi guadagnò la presidenza della Commissione Europea, che tenne per 5 anni. Durante il suo mandato, l’UE si è allargata ad Est ed è stata abbozzata una prima costituzione europea che codificava i diritti del capitale e delle classi dominanti a scapito dei lavoratori.

Il Centro Sinistra di Prodi è composto dai successori della DC e del Partito Socialista di Craxi, dai Liberali e dai Verdi, dai DS e dai Comunisti Italiani, una scissione a destra del PRC . I DS il più grande partito sorto dopo la fine del PCI agli inizi degli anni ’90, hanno adesso come modello il Partito Democratico Americano.

La carriera politica di Prodi e dei partiti che lo sostengono dimostra che non ci sono dubbi sul fatto che un nuovo governo di centro-sinistra non cambierà il corso della politica italiana.

Le differenze tra centro sinistra e centro destra sono puramente tattiche. Prodi ha l’appoggio delle grosse industrie del paese e vuole portare avanti gli attacchi ai lavoratori con la collaborazione dei sindacati e delle organizzazioni che sono sorte dalle ceneri del PCI. Berlusconi, insieme ad Alleanza Nazionale e alla Lega Nord, rappresenta invece “l’uomo che ha fatto strada” nella società che ha raggiunto ricchezza e influenza come risultato della globalizzazione. Berlusconi mantiene strette relazioni con gli USA mentre Prodi vuole rafforzare l’imperialismo Europeo.

Tuttavia a Venezia, Bertinotti ha dichiarato che un nuovo governo Prodi non solo porterà ad un cambiamento politico, ma sarà il portatore di una nuova epoca di riforme sociali. In un altro passaggio del suo discorso, ha dichiarato che non è importante se Rifondazione parteciperà o meno al governo perché questo problema è stato risolto. Questo concerne la rottura con il neo-liberismo che dura da 25 anni. Dichiarare che il ritorno di Prodi porterà ad una nuova era di riformismo sociale è dichiarare il falso e lo dimostra il primo governo Prodi ed è in contraddizione con la realtà europea e internazionale.

La guerra in Iraq, i crescenti conflitti tra Europa e USA e l’aggravarsi della crisi economica hanno aumentato enormemente la pressione sui lavoratori in tutta Europa. Sia i governi socialdemocratici che quelli conservatori hanno veemente attaccato le conquiste sociali del passato e i diritti democratici. Un ennesimo governo Prodi non sarebbe da meno. Un secondo governo guidato dal “professore” guarderebbe più a destra del precedente.

Il fatto che il PRC sia pronto a seguire questo nuovo corso lo si evince chiaramente dalle risoluzioni dell’ ultimo congresso. Anche se i delegati hanno votato unanimemente per il ritiro delle truppe italiane dall’Iraq, la maggioranza ha sostenuto la tesi bertinottiana dell ‘ “approccio in stile Zapatero”: la sostituzione delle forze di occupazione da parte dei caschi blu delle Nazioni Unite. Questo significa che i militari italiani rimarranno in Iraq, ma indossando una divisa diversa.

Una minoranza dei delegati ha proposto il ripristino della scala mobile come punto del programma del partito ma questa richiesta è stata rifiutata dal congresso.

L'opposizione? Sulla carta!

Il documento presentato da Bertinotti ha ricevuto approsimativamente il 60% dei voti che hanno permesso la sua rielezione a segretari nazionale.

Il restante 40% è da dividersi tra quattro tendenze. La più grande di queste, L’Ernesto, è stata sostenuta da un quarto dei delegati. Questo gruppo neo-stalinista, sostiene la partecipazione al governo ma solamente se precedentemente si organizzi una discussione sul programma di governo.

Le altre tre tendenze, Progetto Comunista, ERRE e FalceMartello, generalmente si sono opposte alla partecipazione al governo. Insieme, hanno ottenuto il 15% dei voti. Questi tre raggruppamenti, che si dichiarano troskisti, lavorano all’interno di Rifondazione da molti anni. ERRE è allineata alla sezione italiana del Segretariato Unificato pablista, e recentemente ha perso il suo leader Livio Maitan uno dei più stretti confidenti di Bertinotti. Maitan è stato commemorato a lungo al congresso.

Gli oratori di queste tendenze hanno attaccato la collaborazione con Prodi. Ad esempio, Marco Ferrando, il portavoce di Progetto Comunista e membro della direzione dal 1994, ha descritto l’ alleanza come una “nuova versione del compromesso politico tra liberismo e socialdemocrazia…Il risultato è che i liberali (rappresentanti la borghesia) vogliono guidare il governo, determinarne il programma e il carattere, e daranno ai socialdemocratici alcuni ministeri in modo tale da controllare il movimento dei lavoratori e mantenere la pace sociale.”

La crisi capitalista e la globalizzazione hanno “completamente distrutto la credibilità del riformismo,” ha dichiarato Ferrando. “Il programma di governo di Prodi è stato scritto dai leader delle organizzazioni dei padroni e dai banchieri.”

Tutte e quattro le tendenze di minoranza hanno contestato duramente i metodi burocratici con i quali l’ala bertinottiana ha portato avanti la sua linea. Ad esempio, le liste degli iscritti sembrano essersi gonfiate considerevolmente nei mesi precedenti il congresso. Apparentemente, sembrano essere state manipolate per assicurare a Bertinotti una “sicura” maggioranza. Il congresso ha anche cambiato lo statuto del partito in modo tale che –secondo le parole d Ferrando- “tutto il potere è concentrato nelle mani del segretario, e la direzione nazionale è ridotta ad avere nessuna influenza.”

Ma tutto ciò non ha impedito a Progetto Comunista ne alle altre tendenze di opposizione di continuare a lavorare lealmente all’interno di Rifondazione. Dopo il congresso, Ferrando ha dichiarato, “Ora il 40% del partito ha una grande responsabilità. Bisogna sviluppare finalmente una prospettiva politica, che possa rappresentare una alternativa alla svolta governista e che tenti di conquistare la maggioranza del partito e a sostituirne la direzione…Progetto Comunista lotterà fino alla fine per svolgere questo compito all’interno di Rifondazione.”

Questa dichirazione basta a dimostrare come queste tendenze non rappresentano una alternativa alla svolta a destra della maggioranza del partito ma serve come copertura a sinistra di questa svolta. Continuano a rimanere legati al concetto che Rifondazione possa essere trasformato in un partito rivoluzionario.

L’ultima svolta a destra di Rifondazione non è una sorpresa. E’ la logica risultante dalla storia, dalla prospettiva politica e dall’orientamento sociale di questo partito.

Il PRC è stato fondato nel 1992 come reazione alla svolta del PCI con la trasformazione del nome e l’abbandono dei simboli tradizionali come la falce e il martello. Rifondazione era diretta da ex dirigenti del PCI, i quali nutrivano la paura che la svolta del PCI avrebbe lasciato un vuoto a sinistra, nel quale si sarebbe potuto sviluppare un movimento di opposizione incontrollata. Al centro del programma del PRC era la difesa delle tradizioni degli stalinisti del PCI, che è appurato sono riusciti ad essere un pilastro dell’ordine borghese, sin dai tempi della loro partecipazione al governo che si formò alla caduta di Mussolini, quando disarmarono la resistenza anti-fascista e appoggiarono la costituzione borghese.

Allo stesso tempo , il PRC aprì le porte ai gruppi radicali che si svilupparono durante il movimento di protesta degli anni ’60 e ’70. Venne permesso loro di aderire al partito come tendenze politiche, ricevettero una posto e il diritto di voto nel comitato esecutivo, e ebbero il compito di presentare l’organizzazione come una alternativa rivoluzionaria non solo in Italia ma in tutta Europa.

Ma tutto ciò rimase puramente un sogno. Da quando è stato fondato il PRC ha difeso l’ordine borghese. Nel 1995, con la desistenza ha garantito la maggioranza parlamentare al governo ad interim di Lamberto Dini, e nei tre anni successivi al governo Prodi. Nel 1999, quando finalmente tolse il suo appoggio parlamentare a Prodi, portando alla caduta del suo governo, gli attacchi ai lavoratori hanno ripreso il cammino, e il successore di Prodi, Massimo D’Alema, trovò l’appoggio in una parte degli ex democristiani.

Da allora Rifondazione ha concentrato il suo lavoro verso i movimenti extraparlamentari- sulle proteste sindacali, sul Social Forum Europeo e nelle dimostrazioni contro la guerra in Iraq. Nessuno di questi movimenti mettono fondamentalmente in discussione l’ ordine borghese. La loro prospettiva si limita a fare pressione sulle classi dominanti affinché diano delle concessioni. Organicamente sono ostili ad uno sviluppo politico indipendente dei lavoratori, che è diretto contro il sistema capitalista. Il PRC cerca di essere il collante tra le tendenze extraparlamentari e le istituzioni borghesi alle quali è ancorata a livello regionale e locale.

Per questo Rifondazione deve dichiarare il suo allineamento nei confronti del centro sinistra; è questo il motivo per cui ha virato a destra nel congresso di Venezia.

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